[26/10/2007] Parchi

Elba, petizione per eradicare i cinghiali

CAMPO NELL’ELBA. All’Elba cinghiali e mufloni (i suini sono stati introdotti nell’isola a scopo venatorio negli anni ’60 e gli ovini a scopo “ornamentale” negli anni ’70) sono diventati un vero e proprio flagello per l’agricoltura ed hanno un fortissimo impatto su flora e faune. Da Seccheto, una frazione del Comune di Campo nell’Elba, una delle zone più colpite dalle scorribande di questi grandi mammiferi, è partita l’ennesima raccolta di firme per sollecitare «gli organi competenti ad assumere misure ed azioni tempestive per far fronte alla grave situazione creata dalla inarrestabile ed incontrollata proliferazione di cinghiali e mufloni nella zona di Seccheto /Vallebuia. Oggi ci troviamo vittime impotenti a difendere la nostra valle che ha conservato per secoli una grande tradizione agricola ricca di vigneti, oliveti, orti, adesso devastata dalle incursioni delle centinaia di mufloni e cinghiali. Una situazione incompatibile non solo con l´attività agricola e la nostra vita quotidiana, ma anche per la nostra sicurezza, con i branchi che si sono spinti sempre più vicino alle abitazioni, lungo le strade provinciali, fin dentro al paese, con persone costrette a barricarsi in casa mentre questi animali distruggono indisturbati frutteti, orti e giardini».

Gli agricoltori ed i cittadini di Seccheti dicono di aver fatto di tutto per difendere vigne, orti e giardini «ma non siamo riusciti a fermarne la distruzione, con il risultato che vi è ora un progressivo ed inarrestabile abbandono delle nostre terre e una preoccupante instabilità idrogeologica di tutta la vallata a causa della devastazione dei vecchi muretti a secco delle vigne».

E allora con la petizione chiedono a Prefettura di Livorno, parco nazionale Arcipelago toscano, ai sindaci di Campo nell´Elba e di Marciana «di fermare questa calamità ormai insostenibile per l´agricoltura, l´ambiente e la fauna. Ormai si è abbondantemente superato il numero di cinghiali e mufloni sopportabile da un ambiente come il nostro, occorre uscire dalla semplice gestione venatoria e provvedere ad una drastica diminuzione fino all´eradicazione di questi animali, estranei al nostro territorio, che sono stati importati all´Elba per i soli fini di caccia e divertimento. Chiediamo di salvaguardare la sicurezza dei cittadini residenti e dei turisti ed esigiamo che sia ristabilito il normale equilibrio ambientale nelle nostra zona e venga posta fine a questa devastazione».

Per Legambiente Arcipelago toscano «La protesta e la raccolta di firme avviata a Seccheto non solo è condivisibile, ma sottolinea che occorre uscire da una concezione errata che vede il problema cinghiali e mufloni gestibile attraverso l’attività venatoria. E’ un messaggio che soprattutto la Provincia di Livorno deve cogliere perché la sua latitanza su questa questione al di fuori del territorio del parco, addirittura con il ripristino delle pasturazioni estive dei cinghiali, viene meno a tutte le promesse di radicale riduzione della popolazione di suini selvatici fatte solo un anno fa».
Gli ambientalisti sottolineano che Il parco nazionale con una quarantina di trappole e abbattimenti mirati con personale specializzato ha eliminato in tre mesi oltre 700 capi, mentre le battute straordinarie di caccia fuori parco hanno effetti risibili e le cinque gabbie affidate dalla Provincia ai cacciatori non hanno mai preso un cinghiale. o sono diventati pollai. «Anche per i mufloni – dice Legambiente - è il parco ad aver avviato, constatato l’insostenibile mento della specie nell’Elba occidentale ed al Giglio, l’abbattimento selettivo di circa 150 esemplari. Nonostante questo chi, ben prima dell’istituzione del parco nazionale nel 1997, ha causato il problema dei cinghiali con la loro introduzione (i cacciatori e la Provincia) e chi ha voluto introdurre i mufloni in un ambiente dove non erano mai stati presenti (Comuni e privati) accusano la vittima di queste introduzioni, il Parco Nazionale, di esserne la causa, di non prendere misure che invece l’area protetta ha assunto coraggiosamente al contrario delle altre istituzioni. E’ davvero giunto il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità, secondo le proprie competenze e secondo le leggi vigenti, senza scaricarle su altri».

Gli ambientalisti sono preoccupati per «la devastazione delle biodiversità foloro-faunistica causata da animali introdotti per soddisfare una passione privata, la caccia, o per un malposto scopo di “abbellimento”, davanti ai danni causati a ciò che rimane dell’agricoltura elbana, è necessario che la Provincia di Livorno ed i comuni elbani prendano all’esterno del parco misure straordinarie almeno pari a quelle prese nell’area protetta, occorre che dalle promesse si passi davvero, con tempistiche e quote di prelievo certe e rispettate, ad un programma di eradicazione dei cinghiali dall’Isola d’Elba e a riportare la popolazione di mufloni ad un numero sopportabile dall’ambiente e non dannoso per l’agricoltura».

Torna all'archivio