[29/10/2007] Rifiuti

Realacci: «L´industria del riciclo dei rifiuti ha raggiunto in Italia buoni obiettivi»

LIVORNO. Il settore del recupero e del riutilizzo dei rifiuti è cresciuto del 5% per cento nel periodo 2000-2004. Si tratta di un dato positivo emerso dall´Indagine sull’industria del riciclo realizzata dalla Commissione Ambiente della Camera che verrà presentata domani a Roma. «A dieci anni di attività l´industria del riciclo dei rifiuti ha raggiunto nel nostro Paese dei buoni obiettivi. E´ un´industria - afferma il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci (Nella foto) - che è cresciuta più dell´industria italiana nel suo complesso (tenendo di conto che un aumento del 3.8% dell’industria nel suo complesso equivale ad un valore molto più grande del 5% della sola industria del riciclo, ndr), con delle punte di eccellenza per quel che riguarda il settore industriale del recupero e per il riciclo degli imballaggi».

L´indagine ha evidenziato che, negli ultimi 10 anni, accanto al tradizionale comparto del recupero e riciclo di rottami metallici sono comparse opportunità importanti in settori come quello delle materie plastiche, del legno, degli oli e delle batterie, mentre hanno preso slancio quelli della carta e del vetro. In particolare il riciclo dei rifiuti da imballaggio (insieme ad alcune categorie di materiali come gli oli usati e le batterie esauste) ha conosciuto un buon sviluppo.Tra il 1998 ed il 2006 a fronte di un incremento del 31 per cento dell´intero settore industriale del riciclo (rottami ferrosi ed inerti compresi), il riciclo dei rifiuti da imballaggio ha conosciuto un incremento del 98%.

Nell´indagine si sottolinea la forte innovazione tecnologica, di prodotto e di processo, che ha permesso ad alcuni settori di porre il nostro Paese all´avanguardia in Europa. Esempi eccellenti sono l´ industria dei pannelli di legno che utilizza legno riciclato ed è la più importante in Europa o agli indubbi progressi registrati dall´industria di riciclo del vetro o delle stesse materie plastiche. «Il sistema - sottolinea Relacci - si è dimostrato uno strumento flessibile ed efficace. Certo rimane la grande lacuna delle regioni del Sud, ma quello che emerge anche dell´indagine è che è ci troviamo di fronte ad un sistema che ha bisogno di manutenzione ma non di riforme profonde, che rischiano, invece di indebolirlo e smantellarle».

A di là delle percentuali di crescita generali (visto il livello da cui partiamo rispetto ai paesi europei più avanzati) o particolari ( su alcune frazioni siamo all´avanguardia da tempo - vedi rottami ecc) il problema è soprattutto sapere quanto è il riciclabile e quanto ricicliamo del riciclabile, ovvero conoscere gli spazi da coprire filiera per filiera.

Nei rifiuti solidi urbani, ad esempio, sarebbe utile sapere quanta frazione organica viene prodotta, quanta viene raccolta e quanta di questa diviene effettivamente ammendante riutilizzabile e/o riciclabile. Il sistema, come dice Realacci, non va stravolto, ma fra le azioni di manutenzione da fare c´è quella assolutamente urgente della governance di filiera: fra aziende raccoglitrici-conai-aziende riutilizzatrici, infatti, spesso non c’è né sintonia né dialogo. Appare dunque questo il nodo più immediato per fare il salto di qualità necessario ad arrivare ai livelli dei paesi europei più performanti.

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