[30/10/2007] Energia

Voglia di nucleare, ma l’Aiea è sottofinanziata

LIVORNO. L’International atomic energy agency (Aiea) é applaudita, ricercata ed usata per controllare lo sviluppo del nucleare civile e per azioni di verifica in posti “scomodi” come Iran, Iraq, Corea del Nord, o magari per accompagnare Paesi “problematici”, nei primi passi verso il nucleare (o nello smantellamento), ma quando si tratta di finanziamenti l’ammirazione per l’Aiea perde di slancio ed emergono altresì tutti i dubbi anche sull´opportunità o meno di spendere soldi in questa attività, pittosto che in ricerca sulle energie rinnovabili.

Presentando il rapporto annuale dell’Agenzia Onu, il direttore dell’Aiea, Mohamed ElBaradei ha detto: «Esistono tre fattori che spiegano il rinnovato interesse della comunità internazionale per l’energia nucleare: la crescita della domanda energetica, le preoccupazioni sempre più numerose per quel che riguarda la sicurezza energetica e le sfide dei cambiamenti climatici. Esistono attualmente 439 reattori operative in 30 Paesi che forniscono un po’ più del 15% dell’energia mondiale». La metà di questi sono in Paesi in via di sviluppo ed altre di queste nazioni, spesso con regimi autoritari, come l’Egitto e l’Iran, o addirittura chiaramente dittatoriali, chiedono di realizzare nuove centrali. Questo provoca un aumento della domanda di assistenza e controllo da parte dell’Aiea che sta dando il suo contributo a 77 Stati membri, 29 dei quali vedono l’energia nucleare come una opzione potenziale, stimolati anche dal Progetto internazionale per tecnologie innovative sui reattori nucleari ed il ciclo del combustibile nucleare che ha bisogno di essere ben valutato dai punti di vista economico, di sicurezza e di proliferazione.

ElBaradei è soprattutto preoccupato per le verifiche attinenti al Protocollo addizionale al trattato sulla non-proliferazione delle armi nucleari (Tnp) e sulla possibilità di accesso agli impianti atomici per trarre conclusioni credibili sulla natura pacifica dei programmi nazionali e sull’assenza di attività militari non dichiarate. Ma fino ad oggi, poco più della metà dei 162 Stati aderenti hanno adottato accordi per la messa in opera del protocollo addizionale Tnp e più di 100 Stati non lo hanno sottoscritto, mentre 31 Paesi aderenti al Tnp non hanno attuato gli accordi di garanzia generalizzati presi con l’Aiea. «Ora, senza questi accordi – dice il direttore dell’Agenzia atomica dell’Onu - l´Aiea non è in grado di verificare le attività nucleari riguardanti questi Paesi».
L’Aiea si dice di essere certa di essere in grado di fornire un’assicurazione plausibile sulla natura pacifica dei programmi nucleari attuali e passati dell’Iran «questo – dice ElBaradei – costituirà una misura significativa di ristabilimento della fiducia e permetterà di mettere insieme le condizioni per una soluzione globale e durevole».

Ma l’Aiea è «sotto-finanziata, questo potrebbe danneggiare la sua capacità di condurre bene le sue attività». Come rimedio ad una situazione «insostenibile» l’Aiea sta preparando una valutazione revisionale di bilancio per il prossimo decennio che fornirà direttive per i livelli di finanziamento necessari richiesti e per i meccanismi adatti».

A 50 anni dall’iniziativa “Atomi per la pace”, per il direttore dell’Aiea «è venuta l’ora di elaborare un nuovo quadro di lavoro per l’utilizzo dell’energia nucleare, che dovrà includere i seguenti temi: uno sviluppo tecnologico robusto ed innovazioni nelle applicazioni e dell’energia nucleare, un nuovo quadro internazionale per il ciclo del combustibile, l´applicazione universale degli accordi di garanzia e del Protocollo addizionale come norme della verifica nucleare, il riconoscimento del legame tra non-proliferazione e disarmo e in conseguenza il bisogno di fare progressi verso il disarmo nucleare, un regime di sicurezza nucleare internazionale robusto ed un finanziamento adeguato dell’Aiea».

Dunque l´Aiea vive la stessa situazione dell´energia nucleare in generale: servono montagne di soldi. Da una parte per portare avanti l´attività ´promozionale´ dell´agenzia, dall´altra per produrre energia nucleare e per finanziarne la ricerca. Soldi che invece potrebbero essere dirottati diversamente, visto che neppure l´atomo è esente da impatti e risolva il problema della sostenibilità ambientale.

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