[30/10/2007] Comunicati

Economia ecologica anche per la destra della sinistra (quella tedesca però!)

LIVORNO. Nell’intervento all’ultimo congresso del Spd, pubblicato oggi nelle pagine delle “idee” di Repubblica, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder rivendica alla sinistra tedesca, i risultati che adesso incassa la Germania, a partire dalle politiche energetiche sino a quelle del welfare. Con una strategia che iniziata ancora prima d’avere responsabilità di governo, ha continuato il suo percorso durante tutti e due i mandati del cosiddetto governo rosso-verde tedesco, che ha preso l’impegno di portare il paese fuori dallo sfruttamento nucleare entro il 2020, improntando la politica energetica sullo sviluppo di fonti rinnovabili. «Non dobbiamo dimenticare - dice Schroeder - che ogni qualvolta sono stati i democratici a definire l’agenda politica, il paese ha fatto passi in avanti, ad esempio adottando misure politiche sul problema del clima».

E proprio sulle politiche energetiche il modello Germania ha dimostrato di avere le carte in regola e di saper interpretare il futuro. Con un contributo delle energie rinnovabili ai consumi di energia interni che ha più che raddoppiato la quota del 2000, passando dal 3,8% all 8% nel 2006. Che ha coinvolto tutti i settori, dal sole, al vento al biogas con un incremento sull’occupazione superiore all’atteso di ben 20.000 unità, arrivando a quota 235.000. E la stima è che di questi, almeno il 60% siano la conseguenza diretta della legislazione tedesca sul settore. Tra l’altro l’analisi delle caratteristiche di questo nuovo segmento economico, mostra un variegato puzzle di imprese medio piccole, con una classe di manager giovane e multietnica. Che si può leggere anche questa come conseguenza di un altra forte rivendicazione dell’ex cancelliere tedesco.

Nell’intervento infatti Schroeder sottolinea molto l’impegno profuso dal suo partito e dal suo governo nelle politiche dell’immigrazione, ritenuta senza mezzi termini utile all’economia del paese e che per questo andava affrontata attraverso processi di integrazione e non di resistenza. Analogamente la politica sulle famiglie imperniata sui servizi ha permesso di offrire ai giovani le opportunità di misurarsi con il mondo del lavoro e i risultati sono adesso evidenti. Un messaggio chiaro alla sinistra di non farsi scippare temi e strategie politiche, in particolare quelle che attengono all’economia in chiave ecologica, dalla destra, Sarkozy in testa. E a dirlo è appunto chi nell’ Spd rappresentava (e rappresenta) l’ala più liberista del partito, colui che può ritenersi il responsabile della lacerazione del rapporto con Lafontaine che ha portato dopo le ultime elezioni alla scelta del partito di larghe intese presieduto dalla intraprendente cristiano-democratica Angela Merkel.

Schroeder dice anche che una moderna sinistra deve porsi fortemente anche il tema di tradurre i propri valori nella pratica e quindi governare per avere la possibilità di attuare le politiche che realizzino gli obiettivi che si è posta. «Chi persegue un obiettivo deve averne gli strumenti» dice Schroeder e gli strumenti si possono modificare anche in corso d’opera. Come anche deve essere modificato l’approccio all’equilibrio tra la solidarietà sociale e la responsabilità individuale, rivendicando anche questo come un valore di una sinistra moderna.

Un particolare che colpisce nell’intervento di Schroeder è il fatto che non si richiama mai il tema della crescita come totem indiscusso e indiscutibile, tema caro invece alla tradizione (di destra e di sinistra) novecentesca di casa nostra. Eppure, una sinistra degli anni 2000 se non coglie l’opportunità di rileggere l’economia in chiave ecologica, può dire addio ai suoi sogni di ricomposizione.

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