[08/11/2007] Comunicati

Il new deal ecologico di Sarkozy piace ad alcune imprese

LIVORNO. Chi ha modo di frequentare la Francia o i media francesi in questi giorni avrà probabilmente notato che lo show ecologico di Sarkozy che nei giorni scorsi aveva chiamato addirittura Al Gore come testimonial della nuova strategia economica indirizzata alla sostenibilità (proposta da un pool di esperti internazionali) sta avendo un seguito. Il corrispondene parigino del Sole 24 Ore per esempio ci informa delle iniziative che le imprese transalpine hanno avviato subito dopo gli annunci ecorivoluzionari (o semplicemente di buon senso: citiamo solo, a memoria, lo stop alla costruzione di nuove strade investendo solo sulle ferrovie, la carbon tax, la riqualificazione enrgetica degli edifici….).

La risposta di alcune grandi imprese è stata immediata. Peugeot ha rilanciato la sua campagna per la rottamazione delle vecchie auto inquinanti, Saint Gobain martella l’opinione pubblica con i suoi nuovi prodotti dedicati al risparmio energetico in edilizia, la Michelin ha addirittura organizzato un evento internazionale per spiegare quanto carburante si risparmia e quante emissioni vengono evitate grazie ai suoi nuovi pneumatici, infine il costruttore edile che sta realizzando il primo edificio a zero emissioni di carbonio ha fatto incetta di paginate pubblicitarie.

Qualcuno storcerà probabilmente la bocca, additando queste iniziative come l’ennesima trovata per farsi pubblicità e per costruirsi un’immagine pulita, ma anche se fosse solo così (e ovviamente non lo speriamo e neppure lo crediamo), si tratterebbe dell’ennesima dimostrazione di come le imprese possano essere indirizzate verso la sostenibilità, a patto che la politica offra riferimenti non confusi. Il New deal ecologico di Sarkozy intanto ha prodotto un’accelerazione ambientalista nell’opinione pubblica e in alcune imprese perché l’idea che ha dato il governo francese è stata precisa e sicura. Se invece la politica è confusa e diventa solo un groviglio di compromessi trovati in extremis, anche il mercato ne ricava segni confusi.

Anche la Francia ci parla?

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