[08/11/2007] Comunicati

Un emendamento salverà (forse) la ricerca italiana in Antartide

ROMA. Nei giorni scorsi i ricercatori italiani impegnati in Antartide avevano accusato il governo di elargire molti complimenti e riconoscimenti verbali ma poi di non essere conseguente con i finanziamenti, tanto che la presenza italiana in Antartide era messa in discussione perché la finanziaria non conteneva stanziamenti ad hoc. I coordinatori dei comitati scientifici del Programma nazionale di ricerche in Antartide, se la prendevano soprattutto con il ministro dell´università e della ricerca, Fabio Mussi, che precisava subito «che nonostante il mancato finanziamento delle attività di ricerca da parte delle ultime leggi Finanziarie ha provveduto, utilizzando fondi propri, del solo ministero dell´università e della ricerca, a finanziare per 9 milioni di euro nel 2006 e 10 milioni di euro nel 2007 l´attività di ricerca in Antartide. Poiché si tratta di dare attuazione ad una legge dello Stato, il ministro auspica che il Parlamento, in sede di approvazione della Finanziaria per il 2008, voglia provvedere a rifinanziare definitivamente la legge per la ricerca in Antartide».

Il 7 novembre Mussi è andato direttamente nella tana del lupo, all’apertura del Summit Polare Europeo "Il Futuro della Ricerca Polare Europea" in corso a Roma, al quale partecipano rappresentanti dell´European polar board, dell´European polar consortium e dell´European Science Fondation (Esf) e che si tiene in collegamento in video-conferenza proprio con i ricercatori della stazione antartica italo-francese Concordia, per annunciare che «dovrebbero essere previsti 10 milioni di euro nella Finanziaria 2007 per la ricerca scientifica in Antartide, che tuttavia sarebbero sufficienti a coprire solo un terzo del budget necessario». Gli altri soldi necessari verrebbero recuperati, grazie ad un emendamento presentato alla Camera, su altre voci di bilancio.

«Penso fortemente che l’Italia debba continuare a essere presente in Antartide per portare avanti lo straordinario lavoro di ricerca scientifica in cui il nostro paese è impegnato da più di 20 anni – ha detto il ministro - C’è un effetto ritardato della Finanziaria 2006 approvata nel 2005 dal precedente governo, che ha visto portare a zero i finanziamenti al Programma nazionale di ricerca in Antartide, garantiti fino a quell’anno da un’apposita legge dello Stato per circa 28 milioni di euro all’anno». Insomma la colpa è un po’ anche del governo Berlusconi ed è per questi ritardi che nel 2007 erano disponibili solo 9 milioni di euro e i ricercatori sono stati costretti prima a fare i salti mortali per tenere in piedi la ricerca in Antartide e poi a fare i sit-in per farsi ascoltare dal nuovo governo. Per il 2008, secondo il ministro Mussi, «sarà decisivo il passaggio alla Camera della Finanziaria».

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