[08/11/2007] Energia

Migliora l’efficienza energetica mondiale, Europa leader

LIVORNO. L’Ademe (Agence de l´environnement et de la maîtrise de l´energie) francese, alla vigilia del ventesimo Congresso mondiale dell’energia (Wec) di Roma, attraverso la pubblicazione di tre studi di comparazione redatti con Wordl energy council (studio delle politiche di efficienza energetica nel mondo) e con la Commissione europea (progetti Odyssée e Mure), fa il punto sulla messa in opera delle politiche energetiche europee e planetarie.

L’Ademe, rispondendo alle sollecitazione del ministro francese dell’ecologia Jean-Louis Borloo (Nella foto), ha ricercato e identificato le migliori pratiche e le misure innovative delle politiche di efficienza energetica nel mondo. «L’efficienza energetica a livello mondiale aumenta dell’1,6% all’anno dopo il 1990 (1,3% senza la Cina) – spiega l’Ademe – spinta soprattutto dopo il 2000 dall’aumento del prezzo del petrolio. Senza questo miglioramento continuo, oggi consumeremmo attorno al 40% in più energia all’anno per soddisfare gli stessi bisogni. Questa tendenza al miglioramento dell’efficienza energetica dovrà confermarsi nel prossimo futuro».

Quello che meraviglia ad un primo sguardo (ma non ad un’analisi attenta delle pessime condizioni energetiche e industriali della Cina pre-boom) é la straordinaria progressione dell’efficienza energetica cinese, più 7,5% all’anno tra il 1990 e il 2000, che ha fatto da traino alla progressione mondiale, per poi però rallentare fortemente, un fenomeno che, se confermato nei prossimi anni, si annuncia preoccupante, visto l’aumento dei consumi energetici del Paese che fu di Mao.

Comunque, lo studio conferma che sono i Paesi a più forte crescita economica a fare i maggiori progressi nell’efficienza energetica e che, anche tra Paesi appartenenti alla stessa area geografica, esistono disparità notevoli nei livelli di efficienza: più l’efficacia energetica é elevata, più l’intensità energetica é bassa. Se circa i due terzi dei Paesi hanno questa performance energetica, sono i paesi meno risparmiatori ed a forte crescita economica, come Cina ed Usa, (1,9% all’anno dopo il 990) che hanno fatto più progressi.

«Le intensità finali – sottolinea Ademe – diminuiscono generalmente con lo sviluppo economico e convergente, dimostrando così che crescita economica ed efficienza energetica possono andare insieme. Questo si spiega soprattutto con lo sviluppo di settori nei quali la produttività economica e l’efficienza energetica é più forte in periodi di crescita, come i servizi, e dall’altra parte con l’accelerazione degli investimenti verso tecnologie energetiche efficienti».

Ma la zona più performante in termini di efficienza energetica resta l’Europa: ha la migliore intensità energetica del mondo e continua a progredire dello 0,8% all’anno dopo il 1990. Così, per unità di Pil, l’Europa consuma il 30% di energia in meno degli Usa e il 40% meno della Cina; la sua intensità energetica é anche più debole di quella dei Paesi in via di sviluppo.

Nonostante questo l’Ue deve fare ancora molto per raggiungere gli obiettivi che si é data, ad iniziare dalla riduzione dell’8 % delle emissioni di gas serra entro il 2012 o del miglioramento del 20% della sua performance energetica entro il 2020, un obiettivo impossibile da centrare ai ritmi attuali. Ci sono ancora scarti notevoli tra intensità energetica, il consumo di energia ponderato per unità di Pil, dei diversi Paesi Ue, con un fattore 3 tra i due estremi: Gran Bretagna (seguita subito dall’Italia!) e Bulgaria. Per la migliore produttività energetica é in testa la Gran Bretagna, seguita da Germania e Francia.

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