[12/11/2007] Energia

Statunitensi e russi contro le armi nucleari

LIVORNO. Spesso i mezzi di informazione, semplificando, ci trasmettono un grande senso di orgoglio e di potenza nei Paesi che posseggono ordigni nucleari, una sorta di nazionalismo diffuso che rende i cittadini di quei Paesi fieri per la potenza (e la paura che incutono) le armi nucleari, un concetto riassumibile con quello di “grandeur” francese. Si tratta probabilmente di stereotipi, almeno a leggere i risultati di un sondaggio svolto nei due Paesi più nuclearisti del mondo: Stati Uniti d’America e Russia, irti di missili nucleari che potrebbero distruggere 5 pianeti come la terra.

Secondo il sondaggio svolto nei due Paesi da Carnegie e fondo McArthur per conto della WorldPublicOpinion, e che ha coinvolto negli Usa 1.247 persone (con margine di errore inferiore al 4%) e in Russia 1.601 persone (margine d’errore 3,5% massimo), la grande maggioranza dei russi e degli americani sostiene che i loro Paesi devono rinunciare alle armi nucleari. Lo fa il 73% dei cittadini Usa, che dicono che il loro governo deve rinunciare ai missili atomici se dei meccanismi di controllo internazionali della non-proliferazione verranno messi in atto (il 24% sono contrari a qualsiasi limitazione) ed il 63% dei russi (solo il 13% si oppongono ad una rinuncia completa). Secondo la stragrande maggioranza degli ex nemici della guerra fredda che si riconfrontano nuovamente ai confini europei proprio su questioni di riarmo e difesa nucleare, i loro due governi che gonfiano il petto sfidandosi per una nuova egemonia economico-militare in molti vecchie nuovi punti di frizione geopolitica del mondo, dovrebbero invece intensificare la loro attività per raggiungere gli obiettivi fissati dal trattato di non proliferazione delle armi nucleari.

Però Bush e Putin sembrano fregarsene abbastanza della loro opinione pubblica e si confrontano in Iran sul diritto di quel Paese ad accedere al nucleare civile che gli Usa pensano possa trasformarsi in militare, mentre un Paese amico degli americani che ha già un armamento nucleare, il Pakistan, sta vivendo una grave crisi politica che potrebbe sfociare addirittura nella frammentazione di un Paese creato artificialmente con la divisione dell’impero britannico e con la possibilità dell’incubo di Bush in Iran si avveri davvero e presto in qualche remoto luogo vicino ad Islamabad, dove militari filotalebani o ribelli integralisti pakistani potrebbero appropriarsi di uno o più missili atomici puntati contro l’India, un’altra grande potenza nucleare regionale che ha sottoscritto un accordo per lo sviluppo atomico proprio con gli Usa, anche se non aderisce al trattato di non proliferazione.

Torna all'archivio