[12/11/2007] Rifiuti

Raee: Ecodom è pronto, i Comuni un po´ meno...

dal nostro inviato
RIMINI. Dal 1 gennaio 2008 entrerà in vigore anche nel nostro paese la normativa relativa alla gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici e le aziende che producono elettrodomestici, avranno anche l’onere del loro smaltimento. Così si stanno organizzando da tempo per far fronte a questo nuovo impegno. Ed Ecodom, il consorzio (volontario) italiano per il recupero e il riciclaggio degli elettrodomestici, ha colto l’occasione di Ecomondo (che si è chiuso sabato a Rimini) per presentarsi. Lo ha fatto rendendo pubblico un dossier tecnico, in cui viene presentato il modello con cui il consorzio si appresterà ad operare.

Dieci i punti utilizzati per schematizzare il percorso scelto per affrontare questa prova che il settore, molto più avvezzo a scegliere modelli e criteri di marketing per lanciare un prodotto, che non a smantellarlo in accordo con le normative ambientali, si appresta a sostenere. Intanto la data di partenza che pare ormai una certezza e che vedrà coinvolti i sistemi collettivi dei produttori. A seguire, l’obiettivo minimo da raggiungere come quantità di rifiuti raccolti: 4 chilogrammi per abitante entro un anno, niente a confronto dei 14 che già il nord Europa assicura a corretto recupero e smaltimento, ma cifre significative per un paese come il nostro che ancora (spesso) segue (purtroppo) la pratica dell’abbandono sugli argini dei torrenti dei frigoriferi e delle lavatrici in disuso. Cinque è invece il numero dei raggruppamenti in cui saranno suddivisi i diversi Raee: grandi apparecchi di refrigerazione; altri grandi bianchi; tv e monitor; altre apparecchiature informatiche e piccoli elettrodomestici; sorgenti luminose.

Ecodom, sarà il consorzio che dovrà gestire oltre il 50% in peso di tutti i Raee nazionali, con le 38 aziende che avi aderiscono e che rappresentano l’80% del mercato italiano degli elettrodomestici bianchi. Il lavoro del consorzio servirà quindi a coprire due terzi dell’obiettivo nazionale che ammonta al 75% in peso degli apparecchi immessi sul mercato. Che significa una quantità pari a sei milioni di grandi elettrodomestici, solo nel primo anno di attività, fra cui si stima, un numero pari a 1,6 milioni di frigoriferi. Cifre che tradotte in materiale recuperato significano 45.000 tonnellate di acciaio e 4.500 tonnellate tra alluminio e rame e che in termini di Cfc non emessi in atmosfera è una quantità veramente enorme. Basti pensare che per ogni frigorifero di vecchia generazione, che ad oggi rappresenta l’80% di quelli da recuperare, contiene in media 300 grammi di questo gas responsabile della rarefazione dello strato di ozono. E che con il quantitativo presente in un frigorifero e non recuperato in maniera corretta si possono distruggere ben 9 tonnellate di ozono.

Il riciclo che vuole mettere in atto Ecodom, prevede ben 6 fasi di lavorazione, che verranno seguite attraverso un sistema informativo, in grado di ricevere informazioni relative ai Raee raccolti, di pesarli in ingresso e di poter quindi stabilire quale dovrà essere l’output in uscita. Solo le aziende che saranno in grado di superare una vera e propria procedura di audit e quindi di garantire la qualità dei processi in termini di recupero effettivo operato, potranno entrare a far parte del circuito, che al momento ha portato alla selezione di 15 impianti.

«L’obiettivo che vogliamo perseguire - ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore generale di Ecodom- è l’efficienza nel trattamento e l’eccellenza nel processo». «Per questo sarà necessario che vi sia nel settore - ha continuato Arienti - anche un linguaggio comune per calcolare gli obiettivi di recupero e di riciclaggio e sapere quale è l’effettivo smaltimento. E quindi sarà necessario dare alle parole il corretto significato».

Giusto quello che chiedono anche gli enti locali, cui spetterà il compito di realizzare le isole ecologiche dove poter stoccare i Raee raccolti dal circuito dei domestici e che lamentano che se non avranno la possibilità di far passare questo passaggio come una fase della raccolta, si troveranno costretti ad operare attraverso sistemi autorizzativi. Con il rischio che già il primo dei punti individuati da Ecodom, ovvero l’entrata in vigore del sistema il primo gennaio prossimo, sia oggetto di una proroga di fatto. E non sarebbe certo la prima volta che succede.

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