[13/11/2007] Energia

Bioenergie e G8+5, sviluppo da gestire con cautela

ROMA. E’ stato presentato oggi a Roma nell’ambito del 20° Congresso Mondiale dell’Energia (Wec), il rapporto Review of the Current State of Bioenergy Development in G8+5 Countries (Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Italia, Messico, Russia, Usa, Sudafrica) della Global Bioenergy Partnership (Gbep) che evidenzia come «il pieno sviluppo delle potenzialità dei biocombustibili richiede il superamento di limiti ambientali e sociali e la rimozione di barriere commerciali, che ostacolano lo sviluppo di un mercato globale».

Secondo il rapporto dopo l’entusiasmo iniziale, infatti, si è fatto strada un conflitto potenziale tra produzione di biocombustibili, protezione dell’ambiente, sviluppo sostenibile e sicurezza alimentare delle popolazioni rurali povere. «Lo sviluppo delle bioenergie – ha detto i presidente della Gbao Corrado Clini (Nello foto), direttore generale del ministero dell’Ambiente – rappresenta la risposta più immediata e disponibile per rispondere ad almeno cinque questioni importanti : l’aumento record del prezzo del petrolio; l’esigenza da parte dei paesi importatori di ridurre la propria dipendenza da un ristretto numero di paesi esportatori, attraverso la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree di approvvigionamento; l’opportunità per le economie emergenti dei paesi tropicali di offrire sul mercato globale dell’energia biocombustibili liquidi economicamente competitivi; il soddisfacimento della crescente domanda di energia nei paesi in via di sviluppo; infine l’impegno a ridurre le emissioni di biossido di carbonio per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Le bioenergie – ha aggiunto Clini – sono già un’alternativa concreta ai combustibili fossili e, allo stesso tempo, come dimostra l’esperienza del Brasile, possono essere il motore per lo sviluppo delle aree più povere del pianeta».

Le previsioni sono che le bioenergie saranno in grado di soddisfare il 20% della richiesta mondiale di energia entro il 2030 e raggiungere il 30/40% nel 2060 e per l’ Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea), il biodiesel e l’etanolo potrebbero soddisfare il 7% di carburanti liquidi 2030, con 36 milioni di tonnellate e una crescita dei consumi del 400%.

«Il bioetanolo da mais, per esempio, ha un’efficienza di riduzione delle emissioni di carbonio attorno al 13 per cento – ha detto Clini - Tuttavia, questo non appare sostenibile se confrontato con l’impiego di terreni agricoli per la produzione primaria, il consumo d’acqua e le emissioni di nitrati derivanti dal processo di lavorazione e conversione. Il bioetanolo da mais è attualmente competitivo con un prezzo al barile di oltre 80 dollari. Il bioetanolo da canna da zucchero invece ha un’efficienza di riduzione delle emissioni di carbonio di circa il 90% con un costo competitivo con un prezzo del barile di petrolio a 30 dollari».

Per Alexander Müller, assistente del direttore generale della Fao, «Le bioenergie offrono nuove opportunità di crescita in molte aree rurali dei paesi in via di sviluppo, ma è importante salvaguardare i più vulnerabili. Dobbiamo garantire che il prezzo del cibo non comprometta la sicurezza alimentare delle popolazioni povere. La Global Bioenergy Partnership, in particolare a seguito del rinnovato mandato ricevuto dal Vertice G8 di Heiligendamm del Giugno 2007, si pone l’obiettivo di favorire uno sviluppo sostenibile delle bioenergie.Il Rapporto che presentiamo oggi fa il punto sulla produzione di energia da biomasse nei Paesi G8 + 5, mettendo in evidenza i benefici e le sfide di una delle più promettenti fonti di energia alternativa del futuro».

Secondo il Rapporto, le bioenergie sono già in già in grado di assicurare risposte immediate e sviluppi tecnologici ulteriori in tempi relativamente brevi. Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, l’espansione entro i prossimi 10 anni di etanolo e biodiesel di “seconda generazione”, derivati da biomassa cellulosica (lolla di riso, bagassa da canna da zucchero, residui agricoli, rifiuti solidi urbani o dalle alghe), renderà progressivamente disponibili in larghe quantità biocombustibili a elevata compatibilità ambientale. Però secondo Müller «Questo sviluppo di bioenergie deve essere gestito con cautela e ben coordinato se vogliamo coglierne i vantaggi e superarne gli aspetti controversi».

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