[13/11/2007] Parchi

Lipu e Wwf scrivono ai consiglieri toscani per difendere gli storni

FIRENZE. Guido Scoccianti, presidente Wwf Toscana e Giovanni Tallone, presidente Lipu, hanno scritto a tutti i consiglieri regionali toscani per chiedere il rispetto delle norme europee sulla fauna selvatica. Oggi infatti il consiglio regionale discute una proposta di legge che secondo i due ambientalisti «ancora una volta è finalizzata a deregolamentare la caccia. Si torna a parlare di storno per prolungare i tempi, arrivando fino al 31 dicembre, e ampliare i luoghi della caccia a questa specie. Si tratta di una evidente violazione delle leggi comunitarie che tutelano questa specie e prevedono possibilità di deroga al divieto di caccia solo per specifici motivi e con particolari criteri».

Dopo le polemiche su specie protette e Zps la regione Toscana riproporrebbe «sostanziale apertura generalizzata a questa specie camuffata da deroga, ma senza gli stringenti criteri che una deroga deve avere. Se vi sono danni all’agricoltura, va dimostrato e definito dove e quando si verificano e vanno individuati modalità (e lo sparo non è certo l’unica), luoghi e tempi di eventuali interventi. Mandare tutti i cacciatori a sparare sulla maggior parte del territorio regionale non è un provvedimento studiato per il bene degli agricoltori ma per il piacere (e i voti) dei cacciatori».

Il punto del contendere è la possibile violazione della norma comunitaria, che secondo Scoccianti e Tallone «si va ad aggiungere alle numerose operate dalla Regione Toscana in tema di caccia (basti pensare al recente Piano faunistico-venatorio regionale che ignora l’adeguata tutela di una serie di siti fondamentali per la Rete Natura 2000, rete di aree da tutelare voluta dall’Unione Europea). In questo modo la Regione, per sostenere gli appetiti dei cacciatori, mette a rischio tutti i cittadini di gravissime sanzioni pecuniarie da parte dell’Unione Europea». Lipu e Wwf chiedono ai consiglieri regionali di modificare la proposta di legge in discussione e ricordano che «la scorretta applicazione delle deroghe potrebbe portare ad una procedura d’infrazione con conseguente condanna, le cui conseguenze cadrebbero su tutti i cittadini».

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