[14/11/2007] Energia

Azzerare gli attuali gruppi dirigenti di Enel, Eni ed Enea

ROMA. Mi chiedo: perché Prodi e un folto numero di ministri hanno deciso di andare al Wec, il convegno organizzato dalle multinazionali dell´energia ed invece hanno disertato la conferenza per “l’altra energia” organizzata da un ampio arco di forze della società civile? E´ una scelta sbagliata, che solleva non pochi interrogativi. Ci si chiede, in primo luogo, se è pensabile e credibile che, a suggerire e soprattutto attuare le politiche energetiche necessarie a mitigare i cambiamenti climatici e a far fronte all´esaurirsi del petrolio e degli altri fossili, siano gli stessi che hanno in larga misura provocato entrambi i problemi?

A me pare evidente che per questa strada non si va da nessuna parte, come dimostra ampiamente il fallimento nella realizzazione degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto. Il secondo quesito da porsi investe un nodo irrisolto e assai complesso: il funzionamento del sistema politico italiano e l´efficacia delle sue politiche. In altre parole la scelta di andare al Wec e di disertare "altra energia" non è l´ennesima conferma che i decisori politici, compresi quelli di sinistra, sono subalterni ai poteri forti, nel senso che ritengono impossibile governare contrastandoli?

E dietro questa subalternità non si annida l´intreccio pericoloso fra il mondo della politica e quello degli affari? Anche qui basterebbe fare un bilancio sereno delle politiche industriali e soprattutto infrastrutturali degli ultimi anni per cogliere il peso che su di esse ha esercitato il mondo delle imprese: il business del carbone pulito, le grandi opere, i pochi miseri MW che il paese del sole ha installato, pur sottoscrivendo Kyoto. Da queste considerazioni risulta abbastanza evidente che se si vuole far diventare l´Italia un paese protagonista e non la palla al piede della scelta unilaterale europea di assumere la leadership della lotta al riscaldamento globale, non basta decidere buone politiche sulle rinnovabili e il risparmio energetico, ma anche fare emergere nuovi protagonisti a tutti i livelli, da quello industriale a quello della ricerca.

In altre parole sarebbe necessario azzerare gli attuali gruppi dirigenti di Enel, Eni ed Enea e riconquistare lo straordinario accumulo di competenze ed esperienze che è cresciuto in queste aziende, nel corso degli anni, ad una nuova missione: uscire dal petrolio e aprire la strada alle fonti rinnovabili e ad usi razionali dell´energia. Sono scelte molto dure, rese ancor più difficili dal peso che il management di queste aziende ha sull´informazione. Difficili ma necessarie perché non porsi questo problema significa condannare questo paese al declino ed esporlo alle conseguenze drammatiche del cambio di clima. Se Prodi fosse venuto al convegno “dell’altra energia" o avesse partecipato alle mobilitazioni davanti alle centrali nucleari per il rispetto del voto referendario avrebbe avuto indicazioni molto più utili di quelle che ha sentito da un management fallito e da mandare a casa per evitare ulteriori danni all´Italia.

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