[14/11/2007] Rifiuti

Disastro del Mar Nero, si comincia a pulire

LIVORNO. Ormai anche le autorità russe ammettono la catastrofe ambientale del Mar Nero e di Azov in tutta la sua gravità, e Viktor Beltsov - addetto stampa del ministero russo delle situazioni d’urgenza - ha annunciato oggi il via libera a «metodi speciali destinati alla liquidazione della sequela della catastrofe ecologica dello stretto di Kertch», che separa la Crimea (Ucraina) dalla costa russa del Mare di Azov. La consegna di equipaggiamenti speciali destinati a riassorbire la sequela di sversamenti di petrolio nelle acque dello stretto è cominciato».

Non certo con molta rapidità, bisogna aggiungere, davanti all’allarme internazionale ed alle scene di inquinamento e morte di uccelli affogati nell’olio combustibile che hanno fatto il giro del mondo. Un aereo del ministero delle situazioni d’urgenza carico di 11 tonnellate di sostanze e attrezzature assorbenti è in arrivo oggi, mentre già ieri 7 tonnellate di materiale assorbente sono state sparse a difesa delle coste.

La tempesta del 10 e 11 novembre ha causato un numero senza precedente di naufragi quasi contemporanei nell’area tra il Mar nero e quello d’Azov: cinque navi colate a picco e sette fortemente danneggiate, lo stesso governo russo ha ammesso che la bettolina Volgoneft-139 ha sversato nel mare davanti al distretto 2.000 tonnellate di olio combustibile e negli altri naufragi si sono scaricate in mare almeno 7.000 tonnellate di zolfo.

Il primo ministro russo Viktor Zoubkov ha incaricato le amministrazioni interessate di trattare le principali conseguenze del naufragio delle petroliere nello stretto di Kertch in una settimana e di risolverle integralmente in 40 - 45 giorni. Secondo Zoubkov, attualmente sono impregnate nelle operazioni di pulizia 600 uomini e una quarantine di unità “di materiale”, ma gli effettivi dovrebbero raggiungere entro oggi le 2.000-2.500 persone con l’arrivo del materiale annunciato.

Secondo quanto dichiara oggi Beltsov «circa 870 tonnellate di prodotti petroliferi sono già state raccolte e trasportate in una zona speciale situata nei pressi di un villaggio vicino, in attesa di un loro ulteriore riciclaggio». Un’operazione condotta in collaborazione con i marinai della flotta russa del Mar nero.
«Ieri – dice l’addetto stampa del ministero – il pompaggio e il riversamento dell’olio combustibile dal cargo Volgoneft-123 verso il Volgoneft-149 è terminato. Inoltre, Il travaso di petrolio dalla Volgoneft-139 verso la Volgoneft-119 è iniziato, ma è stato interrotto a causa delle cattive condizioni meteorologiche».

Non una parola, finora, per rispondere alle accuse lanciate da Greenpeace che attribuisce la catastrofe alla mancanza di controlli, all’inefficienza dei sistemi di allerta meteorologica russo ed ucraino e soprattutto al traffico di “navi morte”, cioè vecchissime carrette dei mari che non potrebbero più circolare, per trasportare sostanze pericolose.

Torna all'archivio