[14/11/2007] Comunicati

Si incontrano a Murmansk i “valorizzatori” dell’Artico

LIVORNO. Il forum internazionale Sevtek 2007, iniziato oggi a Murmansk, in Russia, è quest’anno dedicato alla valorizzazione energetica e commerciale della piattaforma continentale dell’oceano glaciale artico, un argomento tra i più caldi nel gioco della geopolitica militare, ambientale ed energetica che ha spostato il suo asse molto a nord, dopo che il riscaldamento climatico ha permesso a mari, rotte nautiche e risorse prima congelate dai ghiacci oggi in discioglimento.

Per rendersi conto di quanti e quali colossali appetiti ci siano intorno a quei mari freddissimi e a quei quasi ignoti fondali basta dare una scorsa al comunicato ufficiale che annuncia che al Sevtek 2007 «Le compagnie Gazprom, Total E&P Russie, Statoil-Hydro, Reinersten, Technip così come altre compagnie potro-gasiere presenteranno dei dossier sui temi chiave».

Intorno al nuovo scrigno energetico mondiale si riuniscono, in una Murmansk già raggiunta dall’inverno artico, ben 180 imprese e 16 regioni russe spesso grandi come Stati ma anche compagnie francesi, norvegesi, finlandesi, svedesi, monegasche ed olandesi, insomma al Sevtek 2007 si ritroverà i fior fiore delle imprese specializzate nell’estrazione e raffinazione di gas e petrolio e delle attività commerciali legate a questo settore.

«L´obiettivo principale del forum è di mettere in campo una cooperazione efficace tra le imprese russe ed i Paesi europei interessati allo sviluppo del complesso energetico della regione e desiderose di partecipare a progetti futuri fondati sulla valorizzazione della piattaforma continentale artica» dice il comunicato ufficiale. Una via di mezzo tra uno spot pubblicitario internazionale e la ricerca di alleati per far fronte comune contro gli appetiti di quanti, come Usa e Canada, rivendicano una fetta della grassa torta energetica artica che si sta velocemente scongelando.

Naturalmente nessuno, in questo contesto che è squisitamente di sfruttamento economico di un’occasione quasi inaspettata, si può preoccupare più di tanto degli effetti di tutto questo sull’ecosistema ed il clima e di come la “valorizzazione” dell’Artico potrà ulteriormente accelerarli.

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