
[14/11/2007] Urbanistica
LIVORNO. La situazione livornese è forse un compendio dell´attuale momento dell´urbanistica italiana e, purtroppo, toscana.
I fatti.
Livorno ha un piano strutturale del 1997 ed un regolamento urbanistico del 1999, il cosiddetto "piano Gregotti".
Nei primi anni del nuovo secolo, in relazione alla crisi dello storico cantiere navale Luigi Orlando, si da il via, con una variante al regolamento urbanistico, ad una trasformazione rilevante: una parte di cantiere rimane tale ma produrrà yachts, una parte sarà accorpata al porto turistico ricavato nel porto mediceo, una parte si trasforma in alberghi, residenze turistico alberghiere, centro commerciale, residenza, quest´ultima destinazione d’uso è introdotta con una norma utilizzabile solo in occasione della stesura del primo regolamento urbanistico che consentiva di incrementare del 20% le previsioni del PS per quell´area, ma se la previsione residenziale nel PS. era pari a zero come fa il 20% di zero ad essere pari a 13.200 mq. di superficie lorda di pavimento?
Oggi viene proposta un’altra variante rilevante al piano strutturale ed al regolamento urbanistico per l´area del cosiddetto "Nuovo centro".
Per cercare di capire è utile aggiungere alcune altre informazioni: Livorno è una città in calo demografico ormai da oltre un decennio, da oltre 177000 abitanti è ormai sotto 160.000; è una città prevalentemente di pensionati, l´occupazione prevalente è nelle qualifiche medio basse; il porto che a meta degli anni ottanta era il primo porto per traffico container nel mediterraneo con oltre 500.000 pezzi trattati arriva oggi attorno a 600.000 ed è in posizioni di rincalzo, La Spezia allora inesistente è oltre 800.000, Genova è sopra 1,3 milioni di TEU.
Tuttavia, si pensa di realizzare circa 600 appartamenti ed una superficie commerciale pari a quella di tre ipermercati, mentre un ipermercato esiste già a non più di 2 chilometri di distanza. La giustificazione è nella necessità di dover corrispondere ad un proprietario espropriato agli inizi degli anni ottanta maggiori indennità di esproprio ed altro per un importo di circa 46 milioni di euro. Viene affermato che non si poteva fare diversamente, che la sentenza è passata in giudicato ora e che prima non si poteva transare (cosa discutibile, quantomeno).
La variante ora è alle soglie dell´adozione, i commercianti del centro, a fronte di nuovi grandi centri commerciali a meno di 2 chilometri dalla piazza civica avviano la protesta, l´opposizione di sinistra presenta interrogazioni e interpellanze, da destra più o meno silenzio.
Allora sembra utile invitare a leggere alcune cose dette e fatte da Rogers (consultare in proposito il sito Eddyburg) per il governo laburista e per Londra. Sarebbe utile riflettere: circa la necessità di città e quartieri densi, di almeno da 5000 abitanti, perché altrimenti portare una linea di bus è un fallimento e dare servizi urbani conseguenti pure, circa città dove si entra pagando 8 euro oppure si va su servizi di trasporto pubblico a minor costo ma con non minore efficienza, circa l’inderogabilità dell’edilizia residenziale pubblica (in Inghilterra è al 25%, in Olanda al 35% circa in Italia se va bene al 5%) contro le ragioni del mercato e della speculazione, circa l’obbligo per i privati di mettere sul mercato alloggi a canoni di affitto o prezzi di vendita concordati e ribassati rispetto alle assurdità del libero mercato.
Direte, si parla di Londra, è un altro mondo. Non è così. Ci sono tante città con centri storici pedonalizzati, parcheggi a pagamento e solo a pagamento e con prezzo decrescente dal centro alla periferia, quartieri vivibili,non è utopia. E’ problema di cultura.