[15/11/2007] Energia

Diga di Ilisu, manifestazioni contro Unicredit per farla uscire dal progetto

FIRENZE. Greenreport si è gia occupato del progetto della diga di Ilisu, nel Kurdistan turco e dei relativi impatti che la sua costruzione causerebbe (scomparsa della città storica di Hasankeyf che verrebbe sommersa dalle acque, persone costrette ad abbandonare le loro case, impatto su un ecosistema ambientale tra l’altro poco conosciuto, utilizzo politico della diga e dell’acqua del Tigri da parte della Turchia nei confronti dei paesi confinanti).

Per questi motivi oggi in molte città d’Italia (Roma, Milano, Catania, Cagliari, Ravenna) si sono svolte manifestazioni davanti alle sedi della banca Unicredit per chiedere che esca dal progetto. In effetti la Banca Unicredit, attraverso l´austriaca Austria Bank Creditanstalt, è coinvolta nel finanziamento della diga per un totale di 280 milioni di euro. Recentemente tra l’altro la stessa Banca mondiale e l´italiana Fiat-Impregilo, si sono ritirate a causa dell´elevata rischiosità dell´investimento e degli impatti devastanti che tale diga determinerebbe.

Unicredit Banca, a sua giustificazione, afferma che il progetto è in linea con gli standard internazionali. Intanto però molti clienti della banca, informano i promotori della campagna, stanno inviando lettere di protesta alle agenzie del Gruppo e minacciano di ritirare i propri risparmi se Unicredit procede nell´intenzione di finanziare il progetto. Intanto in Turchia «gli espropri sono già iniziati sulla base di una legge Turca sulle emergenze (quindi al di fuori del quadro legale previsto dalle linee guida internazionali)- dichiara Yilmaz Orkan presidente del Centro culturale Ararat di Roma - senza possibilità di verifica dell´effettiva erogazione del compenso previsto nédella sua adeguatezza. Nella stessa Turchia – ha proseguito Orkan – la società civile ha messo su “L’iniziativa per tenere in vita Hasankeyf”, importante sito archeologico e città simbolo che scomparirebbe sommerso dalle acque, per raccogliere la protesta di quanti vedrebbero persi per sempre i pochi beni a loro disposizione».

Molti i promotori dell’iniziativa di mobilitazione anche in Italia: Acquasuav-tavolo di lavoro tematico acqua dighe Kurdistan, Cecina Social Forum, Donne in nero... e moltissime le adesioni di associazioni e singole personalità. Citiamo tra gli altri Riccardo Petrella (Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell’acqua), Roberto della Seta (presidente Legambiente), Dario Fo, Vittorio Agnoletto (europarlamentare).

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