[19/11/2007] Trasporti

Treni locali, D’Angelis scrive a Padoa Schioppa e Bianchi

FIRENZE. Il presidente Commissione territorio ed ambiente del Consiglio regionale della Toscana, Erasmo d’Angelis (Nella foto), ha scritto ai ministri dell’economia Padoa Schioppa ed a quello dei trasporti Bianchi per sottolineare la sua forte preoccupazione per «l’intervista rilasciata a Il Sole 24 ore dall’amministrazione delegato delle ferrovie dello Stato. Particolarmente quanto emerso dal passaggio sulle conseguenze che sul servizio (in termini di offerta e di costo per gli utenti) avrebbe il presunto mancato riconoscimento in Finanziaria di parte dei finanziamenti dei contratti di servizio relativi al Piano Industriale 2007 – 2011».

D’Angelis sottolinea che «Ai nostri uffici ormai da mesi giungono petizioni, lettere, denunce, da parte di singoli utenti del trasporto ferroviario o di associazioni di pendolari che lamentano disservizi, ritardi e scarsità di comfort e informazioni. Bisogna uscire da questa condizione di quasi emergenza rafforzando anche le tratte locali e più periferiche, anziché procedere in senso contrario» e si dice fortemente preoccupato «della circostanza che potrebbe vedere vanificati gli ingenti sforzi che regioni come la nostra, sin dal giorno successivo alla “regionalizzazione” di parte del tpl su ferro, realizzano per contribuire all’ammodernamento e al miglioramento del trasporto ferroviario, imprescindibile e strategico strumento per la conversione della mobilità da “insostenibile” a “sostenibile” (il nostro piano della mobilità del 2004 persegue infatti l’obiettivo di avere un incremento del 70% del trasporto pubblico nel 2012.

Per le ferrovie questo vuol dire raggiungere in pochi anni, e con l’avvio dell’alta capacità ferroviaria e del nodo fiorentino almeno 500mila utenti toscani giornalieri). Il rinnovo del materiale rotabile, infatti, risulta evidente a qualunque utente dei servizi toscani, ed è frutto in gran parte della scelta e del contributo finanziario della Regione. Come gli interventi sull’informazione ai passeggeri nelle stazioni e l’intermodalità (treno + bici), finanziati con le ammende comminate dalla Regione a seguito di un serio lavoro di controllo a Trenitalia per le inadempienze contrattuali».

Secondo il rappresentante del Partito Democratico «prevedere tagli al servizio e rincari tariffari sarebbe, oggi, un pessimo servizio all’ingente sforzo, programmatico, economico, culturale, che realtà come la Toscana stanno facendo. Alla Vostra valutazione la fondatezza delle rivendicazioni delle Ferrovie dello Stato. Da parte nostra l’appello perché con la Finanziaria, soprattutto nel passaggio alla Camera consenta quel rafforzamento del servizio nell’invarianza tariffaria (almeno per i pendolari) necessario a proseguire nel percorso avviato e a far crescere la qualità, l’efficienza e la sostenibilità del servizio».

Intanto Legambiente, che ha lanciato l’allarme sulla sparizione dei mille treni per pendolari dalla Finanziaria, invita tutti a manifestare il 28 novembre davanti a Montecitorio per chiedere che venga introdotta nella Legge di bilancio la cifra necessaria all’acquisto di nuovi convogli. Con lo stesso obiettivo sul sito dell’associazione è partita una petizione on line.

«L’amministratore delegato delle Fs, Mauro Moretti, ha confermato quanto denunciato da Legambiente nei giorni scorsi a proposito della cancellazione dalla Finanziaria di 435 milioni di euro destinati ai contratti di servizio Fs-Regioni – di il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta –. Si tratta della stessa somma che avrebbe dovuto consentire l’avvio del piano di acquisto dei mille nuovi convogli. In realtà la Finanziaria taglia complessivamente alle Fs 924 milioni di euro rispetto a quanto previsto dal Piano delle Ferrovie 2007-2011. Un ridimensionamento economico che, minaccia lo stesso Moretti, avrà come inevitabili conseguenze, la soppressione di una certa quantità di treni e la necessità di far ancora circolare convogli vecchi e malmessi».

L’associazione ambientalista sottolinea che «nella Legge di bilancio di soldi per le opere pubbliche ce ne sono in abbondanza: rispetto all’anno prima le risorse crescono del 22%. Il problema è che questi 3.612 milioni di euro sono quasi tutti destinati all’asfalto, alle autostrade o alle strade a scorrimento veloce. Al ferro vanno solo le briciole».

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