[21/11/2007] Energia

Metano, inverno a rischio per l´Italia... ma la notte vendiamo energia all´estero

LIVORNO. Grazie al fatto di aver puntato fondamentalmente sul gas, adesso l’Italia si trova in vantaggio rispetto ad altri Paesi, quali la Francia o la Germania, sulla quantità di chilowattora prodotte, potendo quindi esportarla su mercati dove la corrente è pagata meglio. A sostenerlo oggi sul Sole 24 ore è Jacopo Giliberto che prosegue la sua analisi spiegando che per esempio la Francia sconterebbe la rigidità dovuta alla produzione nucleare, che è notoriamente un sistema dotato di assai scarsa flessibilità, mentre in Germania «lo stesso clima che fa tremare dai brividi ha lasciato ferme le eliche delle centrali a vento: non un alito per mettere in moto i 20mila megawatt eolici tedeschi».

Quindi l’Italia per cui sino a qualche giorno fa si prospettava un inverno al freddo e al buio, proprio per avere puntato come risorsa strategica essenzialmente sul metano, si ritrova adesso a poter fare speculazioni sulla borsa dell’elettricità. Dove la media settimanale del costo di 1 chilowattora è arrivato ad un centesimo di euro, con un aumento del +22% in pochi mesi. Puntando su centrali più efficienti, dice in pratica Giliberto, l’Italia può adesso vantare un produzione più alta rispetto alla domanda e quindi permettersi di esportare l’energia prodotta guadagnando un sacco di soldi.

Ma d’altra parte si va gridando in questi giorni da parte di Eni che il metano potrebbe non bastarci se si verificano una serie di condizioni, tra cui un particolare inverno rigido in termini di temperature, scarso di piogge da non rimpinguare le dighe idroelettriche sulle Alpi (e se il vento continuerà a soffiare poco sulle pale tedesche….!). Sarà davvero così? Abbiamo girato la domanda a Gianni Silvestrini, direttore di Quale energia.

Come è possibile che adesso sembra che abbiamo energia elettrica in esubero, perché abbiamo puntato strategicamente sul metano e la settimana scorsa veniva paventato il rischio di un inverno al freddo e al buio, proprio per lo stesso motivo?
«C’è una certa coerenza nel ragionamento. Nel senso che noi abbiamo una situazione critica quest’anno ma dall’anno prossimo con gli 8 miliardi di metri cubi che potremo immettere in rete con l’avvio del rigassificatore di Rovigo, i problemi di approvvigionamento per mantenere la attuale potenza saranno di meno. Una cosa è infatti la potenza elettrica, altra cosa è come la alimenti. Con gli impianti a ciclo combinato attuale e altri che verranno, abbiamo abbastanza potenza elettrica e quindi possiamo avere in certi momenti anche convenienza a venderla, per esempio di notte. Tutto è comunque relativo perché abbiamo una quota di importazione che ci conviene mantenere perché sono chilowattora che compriamo a prezzi bassi, mentre quando ci sono momenti di punta per il prezzo dell’energia sulla borsa elettrica, la esportiamo. Lo abbiamo fatto anche lo scorso anno».

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