[21/11/2007] Comunicati

Per la Lipu la nuova Pac Ue non tiene conto dell’ambiente

LIVORNO. La Lega italiana protezione uccelli (Lipu) è delusa per le proposte presentate dalla Commissione europea riguardanti la politica agricola comune (Pac) e le cui linee erano già state anticipate da greenreport. «Mancano proposte adeguate a risolvere i gravi problemi che minacciano l’ambiente e l’habitat agricolo – dice la Liu - . Nonostante le grandi sfide poste dai cambiamenti climatici, dalla carenza di risorse idriche, dalla trasformazione e impoverimento del paesaggio, dal declino della biodiversità, il documento ufficiale della Commissione Europea, la cosiddetta “Health Check”, si limita a piccoli aggiustamenti, riconosce i problemi ma non suggerisce, come sperato, delle soluzioni».

Per gli ambientalisti la nuova Pac proposta manca di uno sguardo a lungo temine «per una corretta gestione del territorio e una politica agricola sostenibile per l’ambiente, nonostante gli impegni internazionali per fermare il declino della biodiversità entro il 2010. E intanto dei 45 milioni di euro spesi ogni anno dall’Unione europea per l’agricoltura, solo il 20% continueranno ad essere destinati allo sviluppo rurale e alle misure agroambientali».

Patrizia Rossi, responsabile agricoltura Lipu-BirdLife dice che «Tra le proposte presentate dalla Commissione Europea la più negativa è senz’altro quella relativa al ‘set-aside’, i terreni agricoli a riposo: l’abolizione di fatto del set-aside obbligatorio, e la sua sostituzione con imprecisate misure volontarie, si rifletterà negativamente sulla biodiversità e la qualità dell’acqua proprio in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno creando ulteriori pressioni su ecosistemi e specie già indeboliti dalle trasformazioni subite negli ultimi decenni».

La Health Check mantiene la “condizionalità”, che dal 2005 subordina la concessione di contributi al rispetto della legislazione ambientale e di buone pratiche agronomiche come ad esempio l’adozione di misure per evitare il deterioramento degli habitat, ma secondo Rossi «Lungi dal proporre una reale verifica che permetta di capire se l’implementazione nazionale e regionale di questo principio fornisca o meno risultati in termini ambientali e naturalistici, la Commissione ne propone una semplificazione, triste presagio di ulteriori annacquamenti. Nonostante le recenti riforme avessero imboccato la strada giusta, “con questo documento la politica agricola comune sta fallendo l’obiettivo di tutela ambientale, destinando scarse risorse a un modello di agricoltura sostenibile ed elargendo invece ingenti risorse a favore delle aziende agricole più intensive. Non è con questo spirito che la Commissione Europea potrà costruire una politica che premi i beni e i servizi di utilità generale che l’agricoltura è in grado di produrre e che il mercato non riesce ancora a remunerare. Di conseguenza, in futuro, sarà sempre più difficile giustificare e mantenere gli attuali livelli di spesa a favore di questo settore, con grandi danni sia per le aziende agricole che per l’ambiente».

Il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Giuseppe Politi condivide alcune proposte della Commissione Europea ma la partecipazione delle rappresentanze agricole.
«Da tempo – dice Politi - abbiamo sottolineato che l’Unione europea deve cominciare un’attenta riflessione sulla Politica agricola comune in modo da rispondere alle mutate esigenze dei produttori agricoli e per affrontare la verifica del bilancio prevista per il 2009 e le prospettive finanziarie al 2013, completando così quella riforma avviata nel 2003. Con la comunicazione odierna della Commissione Ue si apre, quindi, una delicata fase di confronto dalla quale dovranno scaturire decisioni equilibrate orientate allo sviluppo e alla competitività dell’agricoltura europea. Le indicazioni che vengono dalla Commissione nel loro complesso sono condivisibili, ma ovviamente meritano un adeguato approfondimento. Su di esse va avviata un’ampia consultazione con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, a cominciare dalle rappresentanza degli agricoltori europei. Analizzando le varie proposte di Bruxelles, emerge chiaro - continua il presidente Cia - l’orientamento ad un riequilibrio delle risorse comunitarie verso i produttori e non verso le rendite. Un aspetto che da sempre evidenziamo. Analogo il discorso relativo all’aumento della modulazione, che, a nostro avviso, deve prevedere una destinazione degli interventi alla gestione delle crisi di mercato. Inoltre, lo spostamento dei finanziamenti verso lo sviluppo rurale, deve vedere una particolare attenzione nei confronti delle imprese e delle filiere da considerarsi i principali destinatari».

Ma il parere sull’ambiente e la Pac è opposto a quello della Lipu: «Esprimiamo apprezzamento – dice Politi - in relazione alle indicazioni Ue sulla tutela dell’ambiente, sulle sfide poste dai cambiamenti climatici, sulla gestione delle risorse idriche, sulla valorizzazione delle biodiversità. Temi sui quali la Cia si è impegnata da tempo, elaborando una serie di concrete proposte». E politi si dice d’accordo con l’Ue anche «“Per quanto concerne le regole della condizionabilità, sull’opportunità di una più efficace semplificazione, mentre merita un’attenta analisi il discorso relativo al disaccoppiamento, ai pagamenti non più su base storica e agli aiuti per le aziende. Per questo sollecitiamo da subito l’apertura di un tavolo nazionale dove poter confrontare le varie proposte ed ipotesi per arrivare a decisioni condivise e formulare così una posizione unitaria a livello Ue. Insomma, occorre ridisegnare una politica agricola adeguata ai mutamenti avvenuti sia in Europa che nello scacchiere internazionale, venendo incontro agli agricoltori che oggi fanno i conti con un contesto difficile e con norme ormai superate».

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