[23/11/2007] Parchi

Per i parchi non servono scelte sbrindellate

PISA. E’ difficile capire il senso di talune decisioni riguardanti i parchi di cui si è parlato in queste ultime settimane. Si comincia con l’emendamento approvato dal Senato che prevede la istituzione di tre parchi nazionali in Sicilia che pochi giorni dopo diventano miracolosamente quattro con l’aggiunta di Pantelleria.
Quattro nuovi parchi in un colpo solo e tutti in una regione che ne è priva sembra roba da leccarsi i baffi, degna del Guinnes dei primati.

Ma tanto entusiasmo è destinato a ridimensionarsi subito dopo aver letto che un verde siciliano considera questa decisione riparatrice di una scandalosa assenza nell’isola di un parco nazionale.

Che ci siano da molti anni quattro parchi regionali di cospicue dimensioni e famosi a cui si aggiungono una serie numerosissima di riserve di prim’ordine (dallo Zingaro a Vendicari) per questo Zorro riparatore tardivo evidentemente è assolutamente irrilevante.

E se questo non bastasse ecco che il ministro Pecoraro Scanio rispondendo a una interrogazione parlamentare alla Camera pochi giorni fa dichiara che il ministero vuole almeno un parco nazionale in tutte le regioni e fa dei nomi, come Portofino (che dal 1935 passa da una categoria ad un´altra non trovando pace e la cuccia giusta) dei Dauni e altri senza prendersi la briga di dire perché quei parchi debbono essere nazionali.
E perché se non c’è quella bandierina le cose non vanno bene.

E tanto per fare un esempio qualcuno di quelli che plaudono alla istituzione del parco nazionale degli Iblei in Sicilia sa dirci che senso avrà questo parco di modeste dimensioni -ma nazionale- rispetto a quello dell’Etna, regionale sì, ma senza ombra di dubbio di ben altra portata e ruolo?

Si aggiunga che nel frattempo si è avuta la brillante idea di presentare un emendamento per rilanciare nientemeno che le commissioni di riserva previste da una legge dell’82 per la gestione delle aree protette marine che non hanno mai (diconsi mai) funzionato.

Possibile che a nessuno venga in mente che a sedici anni dalla entrata in vigore la legge quadro, c’è bisogno innanzitutto di mettere un minimo d’ordine nella classificazione di questo coacervo di parchi per i quali fu fatto un studio dal Politecnico di Torino presentato ufficialmente alla seconda Conferenza nazionale di Torino e da allora affidato alle speranzose ricerche della Sciarelli a ‘Chi la visto?’?

E’ come per i cetacei. Dai dai anche l’Italia ha approvato la istituzione del santuario con la Francia e il Principato di Monaco, scelto la sede, insediato la cabina di pilotaggio ma per il resto si dice che non riescono neppure a pagare le bollette. In compenso il ministro annuncia entusiasta che ne faremo uno anche con la Tunisia. Benissimo. Ma intanto non sarebbe il caso di far funzionale quello che c’è?

E non si dica che siamo di bocca difficile. Vorremmo solo evitare di fare scena.

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