[26/11/2007] Consumo

I sei peccati del "greenwashing", quando i prodotti non dicono la verità

LIVORNO. Uno studio del programma canadese EcoLogo indica che la maggioranza dei prodotti di consumo dell’America del Nord esagerano le loro qualità ambientali. L´impresa TerraChoice Environnemental Marketing, che gestisce il programma di etichettatura ecologica per Usa e Canada ha preso in esame oltre 1000 prodotti, dallo shampoo ai dentifrici, dalle lampadine,alle vernici, fino ai prodotti elettronici, per scoprire che il 99% dei prodotti nella sua presentazione commetteva almeno uno dei 6 “peccati di greenwashing", ovvero il “lavaggio verde” delle loro vere qualità ambientali.

«I consumatori sono assaliti da prodotti che reclamizzano vantaggi verdi – ha detto Scott McDougall, il presidente di TerraChoice – Certi sono convalidati, conosciuti e verificabili, altri non sono che favole con il solo obiettivo di vendere il prodotto». TerraChoice nello studio The “Six Sins of Greenwashing” definisce i peccati di cui si sono resi colpevoli i produttori: peccato del compromesso nascosto che riguarda per esempio apparecchiature elettroniche ad alta efficienza energetica ma che contengono materiali pericolosi, e che riguarda il 57% dei prodotti presi in esame; peccato di assenza di prove, qui TerraChoice fa l’esempi di alcuni shampoo che reclamizzano “benefici per l’ organismo” ma non forniscono nessuna prova in proposito, una cosa che riguarda il 26% dei prodotti; peccato di imprecisione, molti prodotti si definiscono naturali al 100%, mentre contengono sostanze, naturali si, ma nocive come l’arsenico e la formaldeide, questo riguarda l’11% dei prodotti; peccato di non pertinenza, ad esempio prodotti che si dichiarano liberi daCfc, una cosa normale, visto che queste sostanze sono vietate da 20 anni, si tratta del 4% delle presentazioni ambientali; peccato di affabulazione, l’1% dei prodotti dichiara in maniera menzognera di possedere l’ecolabel riconosciuto di un’organizzazione ambientale internazionale (in Usa e Canada EcoLogo, Energy Star o Green Seal); peccato del metodo dei due mali, come le sigarette con tabacco organico oppure i veicoli ibridi, cioè quello di nascondere il danno che un prodotto continua comunque a fare alla salute E7o all’ambiente con la migliore qualità o le diverse performance dello stesso prodotto.

Sarebbe interessante capire cosa succede anche da noi in Italia, che deteniamo il terzo posto nella contraffazione mondiale delle merci, magari per districarsi nella babele di loghi e marchi di qualità e ambientali e dei richiami salutisti e ambientalisti che inflazionano ormai gli scaffali dei supermercati.

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