[20/03/2006] Rifiuti

L’Agenzia europea per l’ambiente: Mediterraneo troppo inquinato

BRUXELLES. E’ un vero e proprio atto d’accusa contro la mancanza di "volontà politica" dei Paesi della "sponda Nord", il secondo il rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente (Eea) sulla salute del mar Mediterraneo (Priority issues in the Mediterranean environment). Tante buone intenzioni e promesse, ma nulla è stato fatto negli ultimi anni.

Intanto i problemi si aggravano anche per colpa dell’Italia: per l’Eea, il nostro paese è responsabile dello sversamento in mare, in maniera diretta o indiretta, di gran parte dei rifiuti industriali, agricoli e urbani e di una gestione inadeguata dei rifiuti e degli scarichi fognari.

Per il rapporto uno dei grandi colpevoli è il fiume Po che è tra le principali fonti di immissione in mare di inquinanti provenienti dalle industrie e dall’agricoltura: fino a 1000 tonnellate di nitrati e altri composti azotati al giorno, equivalenti a più di 270 mila tonnellate all’anno, scaricate in Adriatico.

Nel rapporto si legge che i problemi del Mediterraneo sono tutti riconducibili direttamente o indirettamente all’azione dell’uomo, compreso lo sviluppo urbanistico lungo i litorali, che accelera l´erosione delle coste e la distruzione di ambienti umidi marini, ma anche pesca illegale, acquacoltura intensiva, scarichi fognari e industriali contribuiscono al degrado ambientale.

Nelle 601 città costiere del Mediterraneo con popolazione superiore ai 10 mila abitanti ha impianti di trattamento dei liquami solo il 69%, il 31 scarica direttamente in mare. Così come fanno molte navi che che sono la causa dell´accumulo sui fondali e sulle coste di sostanze oleose e catrame che distruggono ed alterano gli habitat marini.

Gli incidenti sono sempre più frequenti: negli ultimi 15 anni sono finite in mare oltre 80 mila tonnellate di petrolio "perdute" dalle circa 220 mila navi con stazza superiore alle 100 tonnellate che solcano il Mediterraneo.

Anche le catastrofi naturali sono in aumento ed il rapporto denuncia la progressiva tropicalizzazione del clima nel bacino mediterraneo, con la proliferazione di specie animali e vegetali "esotiche": dal 2000 sono comparse 64 nuove specie che prima assenti nel Mediterraneo, di cui 23 solo nel 2004.

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