[29/11/2007] Parchi

Politica marittima, le regioni suonano l’allarme

BRUXELLES. E’ in corso a Bruxelles, per iniziativa del Comitato delle Regioni e della Commissione europea, il Forum Planète Bleue che riunisce esperti, eletti e giovani per discutere della gestione delle risorse marine europee. Una riunione che si inserisce nelle proposte della Commissione Ue per la gestione dell’insieme del patrimonio marino, un’occasione per ricordare che le minacce si accumulano e che lo scioglimento dei ghiacci artici minaccia le coste europee più rapidamente del previsto.

«E’ giunto il tempo di tacere perché è l’ora dell’azione – ha detto Aaron McLoughlin, responsabile del programma marittimo europeo del Wwf - l´evoluzione dello scioglimento dei ghiacci polari rischia di vanificare a breve termine tutte le gestioni, anche quelle coordinate, della politica marittima europea. Certamente il Libro Blu della Commissione europea, che propone una gestione coordinata dei differenti settori marittimi, va nel senso giusto ma appare urgente passare alla fase attiva».

Per Michel Delebarre (Nella foto), presidente del Comitato delle regioni «questo Forum ha portato il mare a Bruxelles» per giungere ad una presa di coscienza da protagoionisti e non da semplici spettatori. Ma il leit motif del Forum é che non c’é più tempo da perdere e Gauthier Chapelle, esperto della Fondazione polare internazionale, ha spiegato che «assistiamo in questo momento ad una accelerazione dello scioglimento dei ghiacciai dell’Antartide, meno 22% tra il 2005 e il 2007, e la concentrazione di CO2 rischia di restare stabile per lungo tempo perché il mare deve ancora emettere i gas eccedentari».

Così, da un lato le suggestioni della politica concertata dalla Commissione nutrono speranze, ma dall’altro lato Claudio Martini, presidente della regione Toscana e delle regioni periferiche marittime, non vede «una politica unica che metta insieme i problemi gravi e i potenziali di sviluppo sostenibile», mentre chi vive sulla sua pelle le politiche marittime e gli effetti del cambiamento climatico lancia allarmi non sempre ascoltati.

E’ il caso di Aqqaluk Lynge, presidente del Consiglio Inuit del Circolo Polare, che ha detto senza peli sulla lingua: «Le vostre preoccupazioni marittime-economiche mi inquietano perché non ci vedo le preoccupazioni degli Inuit. Vedete, la gestione sostenibile è per noi un vecchio concetto mentre sembra appena emergere da voi. Avete pensato ai pericoli ed alle complicazioni che cresceranno nelle acque polari durante lo scioglimento dei ghiacci? Avete misurato i rischi per la fauna di un’eventuale sfruttamento petrolifero? Non si avrà un successo della politica marittima se questa non si farà con la cooperazione di tutti».

Per centrare questo obiettivo di cooperazione, Philippe Vallette, direttore generale del centro nazionale francese del mare Nausicaä e copresidente del Réseau Océan Mondial, fa l’esempio della grande frequentazione degli acquari europei e del loro potere di sensibilizzazione pubblica: «Solo il costo di non trattamento delle acque scaricate a mare raggiunge i 13 miliardi di dollari all’anno. In realtà, la politica marittima e la salvaguardia degli ecosistemi è un affare di tutti: è modificando le nostre abitudini di consumo di pesci minacciati che potremo gestire gli e le chance di sopravvivenza».

La Corte dei Conti europea il 4 dicembre renderà noto il rapporto speciale 7/2007 relativo «ai sistemi di controllo, di ispezione e di sanzione riguardante le regole dei conservazione delle risorse alieutiche comunitarie”
Il rapporto della Corte risponde a quattro domande principali: «I dati selle catture sono affidabili e applicati in maniera efficace? I sistemi di ispezione sono efficaci quanto è possibile? I sistemi di applicazione delle infrazioni sono adatti ed efficaci? In quale misura il rischio inerente che costituisce la supercapacità di pesca è realmente trattato?

Torna all'archivio