[29/11/2007] Comunicati

Morisi: il progetto di partecipazione di Castelfalfi sarà un modello

LIVORNO. Il percorso di partecipazione intrapreso sul progetto di edilizia turistico-ricettiva proposto per il borgo di Castelfalfi dall’azienda tedesca Tui, rappresenta una novità, sicuramente per la Toscana, ma anche per tutta l’Italia. Il modello infatti si avvicina tantissimo a quello che in Francia viene definito ‘débat public’, che la nuova legge regionale sulla partecipazione consoliderà e istituzionalizzerà, e che si basa su tre elementi fondamentali: il garante della comunicazione previsto anche dalla legge 1; un gruppo di lavoro che collabora col garante e che nel caso di Castelfalfi è stato individuato in un’agenzia dove lavorano 3 persone; il fatto che tutte le spese necessarie (nel caso specifico poche migliaia di euro) a sviluppare il dibattito pubblico siano a carico della società proponente, a prescindere dall’esito finale.

Massimo Morisi, garante per la comunicazione in Toscana, è stato quindi incaricato di coordinare il processo di partecipazione sul progetto di Castelfalfi, che si concluderà, come prima fase, il prossimo 14 dicembre. Gli chiediamo di spiegarci come sta funzionando e quali sono gli strumenti utilizzati.

«La prima operazione che è stata fatta è stata l’elaborazione della guida cartacea distribuita a tutti i cittadini del comune di Montaione, in cui abbiamo faticosamente riassunto in un linguaggio più comprensibile l’intero progetto presentato da Tui, riportando anche integralmente alcune parti che ci sembravano più significative. Poi abbiamo realizzato un video intervistando gli attori in gioco e poi abbiamo predisposto il sito internet consultabile all’indirizzo www.dp-castelfalfi.it In questo sito c’è la spiegazione di cos’è un dibattito pubblico, c’è un forum dove le persone possono liberamente discutere di singole questioni e/o del progetto generale, c’è una sezione contributi dove invece è possibile pubblicare contributi più strutturati, vere e proprie proposte alternative. Infine viene mantenuto ovviamente lo strumento più tradizionale e cioè l’assemblea pubblica. Sono state organizzati 5 appuntamenti in ognuno dei quali il garante della comunicazione ha aperto e guidato la discussione facendo innanzitutto il punto sulle idee, i suggerimenti, i dubbi giunti attraverso i forum o gli altri canali. Il garante deve poi garantire, scusate il gioco di parole, che Tui risponda, e deve essere in grado di capire se tali risposte sono elusive, evasive o interlocutorie e le deve poi segnalare al Comune».

Queste assemblee si chiuderanno il 14 dicembre, dopo che cosa accadrà?
«Innanzitutto voglio specificare bene che il ciclo di assemblee non si chiude con un voto, perché non è in questa sede che si prendono le decisioni. Questa sede serve a confrontare opinioni e a informare compiutamente. Il 14 i cittadini avranno l’opportunità di tirare le loro conclusioni e di commentare il rapporto finale che io sto elaborando e che metterò in rete il 10 dicembre, in modo che ci sia qualche giorno di tempo per verificare che vi abbia inserito tutti i punti sui quali azienda e portatori di interesse si sono confrontati in questi mesi. Il documento finale che uscirà integrato dall’incontro del 14, sarà quindi consegnato al Comune, che valuterà quali sono le criticità emerse e sulle quali chiedere alla Tui eventuali approfondimenti o perizie tecniche».

Quindi l’amministrazione potrebbe anche decidere di ignorare alcune segnalazioni?
«Certo, lo può fare, ma dovrà motivare le scelte fatte in un senso o in un altro. Cioè spiegare che sul tale punto “è stato deciso di richiedere ulteriori approfondimenti perché” e che invece su un altro “si è deciso di soprassedere perché”. Qui sta il segreto dell’efficacia di ogni processo di partecipazione. Alla fine i cittadini devono poter dire “Sì, ho effettivamente partecipato sulla base delle informazioni complete che mi sono state fornite e la mia posizione è stata presa in considerazione”. Che sia stata accolta o meno non è importante, l’importante è che sia stata considerata e sia spiegato perché si è deciso di accoglierla o no».

Questo modello di partecipazione sarà d’ora in avanti esteso in Toscana a tutte le situazioni?
«A partire dal 4 dicembre inizierò un tour in tutti i comuni toscani per spiegare che il processo di partecipazione è parte costitutiva dei processi di pianificazione e governo del territorio e che non è solo il giochino finalizzato a mitigare l’opposizione di qualche comitato. Questo quindi sarà il modello che “pubblicizzeremo”, però spetta ad ogni singolo comune decidere quale modello di partecipazione avviare, perché comunque l’obbligo è di avviarlo, ogni volta che si prevede una revisione o formulazione di piani strutturali, regolamenti urbanistici e strumenti attuativi».

Nel merito del progetto Castelfalfi cosa può dire?
«Oggi posso dire pochissimo per il ruolo di terzietà che mi è stato affidato e perché il procedimento è tutt’altro che chiuso. Ma nel mio documento per esempio segnalerò che non sempre da parte di Tui sono arrivate risposte esaustive su temi cruciali come la disponibilità e l’approvvigionamento delle risorse idriche, e poi sul dimensionamento dell’intervento. Del resto sono sempre stato convinto che quando c’è un progetto, ci sono tanti modi per correggerlo, ma purtroppo molto spesso i progetti non ci sono, e alla fine saltano fuori le villette a schiera. Ecco perché Castelfalfi, che ricordiamolo è sempre stato di proprietà privata, rappresenta un po’ l’epitome del paesaggio toscano, da maneggiare con cura e nello stretto indispensabile».

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