[29/11/2007] Comunicati

E´ nato il Partito per la decrescita

LIVORNO. In un Paese democratico ci si misura attraverso gli strumenti democratici. Come è quello della formazione di un nuovo partito. Questo lo spirito con il quale si affaccia all’agone politico una formazione che – almeno dal punto di vista del programma – è una novità assoluta nel panorama italiano (e forse non solo): il partito per la decrescita. Il presidente è Paolo Garbini, mentre il segretario è Massimo Corrucci.

«L´ennesimo partito – scrivono nel manifesto ufficiale - . Ce ne sono già circa 40, ma tutti, con sfumature diverse, rappresentano chi auspica la crescita economica. Alcuni la vogliono e basta, a tutti i costi, guerra compresa, altri da più di 30 anni la chiamano "sostenibile". Ma quanto questa sostenibilità sia stata effettivamente tale è sotto gli occhi di chiunque ponga attenzione dai cambiamenti climatici in atto. Chi rappresenta gli altri? Coloro i quali credono che produrre merci indotte ed inutili al solo scopo di sostenere l´economia sia una follia, un vicolo cieco, una sbandata dalla retta via dell´evoluzione?».

«Sono tanti – prosegue il manifesto - coloro ai quali il mercato con le sue esasperazioni suscita una sensazione di disagio che, seppure in una forma poco elaborata, è riconducibile a quanto espresso nella teoria della decrescita. Tuttavia una sorta d´incapacità di fornire una alternativa programmatica ha relegato, fino ad oggi, considerazioni di puro buon senso nel mondo dell´utopia. Ancor più il fatto che il movimento per la decrescita non sia mai citato di fronte al grande pubblico da nessun soggetto politico, scientifico o istituzionale lo rende risibile, infantile, privo di quel credito necessario per essere considerato».

Ma perché fondare un partito per la decrescita? E soprattutto come è nata questa idea? «L´idea di fondare un partito – viene spiegato sempre nel manifesto - è nata dalla presupposta necessità di piantare una bandiera sotto la quale immagazzinare consensi, rivendicare considerazione proponendosi come soggetto esistente ed attivo rispetto a cui confrontarsi».

Il manifesto si conclude poi con un appello: «Chi si riconosce nei principi della decrescita avrà da oggi una alternativa differente dalla semplice denuncia civile: se il disagio che percepisce è realmente elevato può porre il proprio nome accanto a questa bandiera e sedimentare intorno ad essa un po´ di autorevolezza. Sollecitiamo un dibattito in merito a questa iniziativa ed invitiamo chi ha competenze specifiche e passione da mettere in gioco a collaborare nella messa a punto di obiettivi a breve e lungo termine».

Il tema della decrescita è caro a greenreport che più volte è intervenuto nel merito con riflessioni, approfondimenti e interviste. Riteniamo che non sia, come molte altre cose, una questione che si possa tagliare con l’accetta – della serie la crescita è male, la decrescita è bene - e rimandiamo quale contributo al dibattito all’analisi del nostro collaboratore Marco Missaglia (vedi link). Per quanto riguarda il neonato Partito per la decrescita, è difficile prevedere quanto seguito avrà, ma di certo c’è di positivo che il programma è chiaro, come è altrettanto chiaro che nessuno dei partiti politici nati fino ad oggi ha mai messo in discussione il totem della crescita. Il partito per la decrescita (www. partitoperladecrescita.it) invece ci prova. Bon chance.

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