[03/12/2007] Comunicati

Bali, Wwf e Legambiente chiedono un mandato preciso per ridurre i gas serra

ROMA. Dall’8 al 14 dicembre ci sarà anche Legambiente alla conferenza dell’Unfccc di Bali e il suo presidente Roberto Della Seta (Nella foto) propone oggi una strategia di lotta ai cambiamenti climatici che parta proprio dal raggiungimento nel più breve tempo possibile di un nuovo accordo internazionale sul clima. «Un’inversione di rotta – dice Della Seta - è ancora possibile, ma c’è bisogno di agire con estrema urgenza negoziando un nuovo protocollo entro il 2009».

Legambiente propone poche mosse per mettere al tappeto i gas serra con un efficace protocollo post-Kyoto: obbligo per i paesi industrializzati di ridurre entro il 2020 il 30% dei gas rispetto al 1990 (l’Ue propone un del 20% e del 30% nel caso di consenso internazionale); nuovi incentivi per favorire la diffusione di energie pulite in Paesi come India e Cina; adattamento ai cambiamenti climatici per i paesi in via di sviluppo più vulnerabili, la lotta alla deforestazione; revisione delle distorsioni prodotte dagli attuali meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto, e in particolare dei meccanismi per lo sviluppo pulito (Cdm); obiettivo per i paesi industrializzati di ridurre entro il 2050 l’80% dei gas serra rispetto al 1990; riduzione del 50% dei gas serra in tutto il mondo entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990.

«L’urgenza di un intervento credibile – spiega Della Seta - impone l’immediata adesione al protocollo degli Stati Uniti, che oltre a rispettare gli impegni di riduzione per il 2012 dovranno sottoscrive nuovi obiettivi in linea con l’obiettivo del 30% al 2020. Una strategia credibile non può prescindere dall’inversione di tendenza nelle emissioni delle economie a rapida industrializzazione, come Cina, India, Brasile, Sud Africa, paesi per i quali bisognerà prevedere incentivi per la riduzione dei gas serra e il graduale inserimento nel sistema di quote di emissioni».

Anche il Wwf è presente a Bali e commenta con soddisfazione la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte dell’Australia: «Ora l’amministrazione Bush è davvero isolata, internamente e a livello internazionale – dice Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - Addirittura a Bali in questi giorni è presente una delegazione “alternativa” del Congresso Usa. Ci auguriamo che questo porti il mondo ad accelerare sulla strada del trattato per il secondo periodo di Kyoto, dopo il 2012. Da Bali deve partire per il Wwf un mandato preciso a concludere tutto entro il 2009. Il nuovo accordo deve prevedere tagli delle emissioni di CO2 per i paesi industrializzati in linea con quanto suggerito dagli scienziati nel rapporto Ipcc, premio Nobel per la pace, vale a dire minimo del 25-40% (rispetto al 1990) entro il 2020. Ci auguriamo che l’Europa sappia approfittare della posizione avanzata e ormai maggioritaria a livello mondiale assunta con il pacchetto su clima ed energia, tenendo fede agli impegni assunti (taglio del 20% delle emissioni comunque, del 30% nel quadro di un accordo globale) , e soprattutto dando concretezza a tale pacchetto. In gioco c’è il futuro del Pianeta, un futuro che va sottratto a quanti agiscono e parlano solo sulla base del proprio potere e delle proprie convenienze di guadagno immediato».

Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia, parte dall’assunto che il 2007 è stato l´anno dei record climatici: riduzione della calotta polare artica con apertura del Passaggio a Nord-ovest, gravi incendi, lunghi periodi di siccità in Europa, Asia, Nord America e Africa, inondazioni e alluvioni devastanti in Asia, Africa, Europa… «Eventi come quelli registrati nel 2007 – dice Bologna - dimostrano quanto sia impellente intraprendere subito azioni efficaci per contrastare i cambiamenti climatici. Questo genere di catastrofi si potrà prevenire solo mantenendo l´aumento della temperatura terrestre al di sotto dei 2°C. I paesi ricchi hanno l´occasione a Bali di mostrare una nuova responsabilità nei confronti del problema del riscaldamento globale. La ratifica del Protocollo di Kyoto da parte del nuovo governo australiano avvenuta oggi fa ben sperare. Ma occorre non abbassare la guardia per trovare un accordo che significhi la riduzione delle emissioni di gas serra del 30% entro il 2020. Il tempo sta correndo in fretta, dobbiamo utilizzare il meccanismo del protocollo di Kyoto per espandere il mercato delle emissioni di anidride carbonica e stimolare gli investimenti in tecnologie pulite».

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