[03/12/2007] Rifiuti

Referendum inceneritore di Campi: i commenti

FIRENZE. Di seguito riportiamo le sintesi dei vari comuncati giunti in redazione a commento del referendum campigiano, che ha visto andare a votare il 31% degli aventi diritto.
Il quesito n. 1 (scheda gialla): Sei favorevole all´uso dell´inceneritore con recupero di energia per smaltire i rifiuti non riutilizzabili o riciclabili? NO 84,36% - SI 15,64%
Il quesito n. 2 (scheda grigia) Sei favorevole alla costruzione di un termovalorizzatore/inceneritore nella Piana Osmannoro-Case Passerini? NO 88,87% - SI 11,13%

CLAUDIO MARTINI «Il referendum sul termovalorizzatore non tocca il livello regionale. Non spetta quindi a me commentarne gli esiti. In questa fase stiamo lavorando a costruire un sistema più efficiente di gestione dei rifiuti, in grado di funzionare al meglio con 3 Ato al posto di 6; in grado di prevenire il rischio emergenza che può arrivare davvero nel giro di 3 anni e, soprattutto, in grado di realizzare il massimo sviluppo possibile sul fronte della riduzione della produzione dei rifiuti, dell’incremento della raccolta differenziata e del riuso. Tutti i documenti della Regione affermano che occorre dare piena attuazione ai piani provinciali di smaltimento dei rifiuti, a partire dall’accordo che la Regione ha sottoscritto con la provincia di Firenze e i comuni della piana. In questo quadro, noi non ci tireremo indietro rispetto agli impegni previsti e concordati. Il segnale più grosso che la Regione può dare in tema di rifiuti è fornire il massimo impulso alle altre fasi del ciclo di smaltimento. Non siamo nelle condizioni della Campania, ma il rischio emergenza c’è ed è dovuto al ritardo nella realizzazione degli interventi previsti dai Piani provinciali, non solo sul fronte degli impianti ma anche sul versante del potenziamento della raccolta differenziata e della riduzione della produzione dei rifiuti. Dobbiamo recuperare e accelerare, dando piena e tempestiva applicazione alle iniziative già decise e contenute nei Piani. Rispetto alla piana di Firenze, confermo il pieno appoggio della Regione alla realizzazione di tutti gli interventi necessari alla mitigazione e alla riorganizzazione del territorio».

VERDI. «I Verdi invitano tutte le forze politiche del centro sinistra a livello della Provincia di Firenze a tenere in grande considerazione il risultato del referendum campigiano, che segna un esito trionfale, aldilà di ogni ottimistica previsione, per il fronte del no - dicono i portavoce provinciali dei Verdi fiorentini Carlo Bastiani e Cristina Volpini, il capogruppo in Provincia Luca Ragazzo, e il portavoce regionale Mauro Romanelli - Questo no è un no all’incenerimento in toto, come dimostra il risultato del primo quesito, non solo all’incenerimento a Case Passerini. Ora è necessario rivedere il Piano provinciale dei rifiuti, considerando anche che la riorganizzazione degli ato a livello regionale impone una rivalutazione complessiva del problema. Rispetto ai commenti e alle prese di posizione circolate nel mondo politico, i Verdi si dichiarano allibiti dall’atteggiamento arrogante e antidemocratico del Presidente Renzi, che si pone fuori da ogni cultura istituzionale e da ogni sensibilità democratica. Chiediamo ufficialmente e perentoriamente a Renzi di chiedere scusa ai cittadini di Campi che ha offeso. In mancanza, che si dimetta da un incarico che ricopre sempre più indegnamente».

LEGAMBIENTE. «Un referendum contro la termovalorizzazione come quello appena conclusosi a Campi Bisenzio evidenzia senz´altro la conflittualità ancora presente quando si parla di pianificare impianti legati al ciclo dei rifiuti, non solo quando si parla di termovalorizzazione (che rappresenta la quarta fase nella gestione dei rifiuti, quel recupero energetico che si dovrebbe cioè trarre dai rifiuti che non possono essere ridotti, riutilizzati o riciclati, e che precede la più problematica fase dello stoccaggio definitivo in discarica) ma si estende oggi anche agli impianti di compostaggio (che recuperando la frazione organica soddisfano la terza R). Varrebbe la pena, a questo punto, aprire una riflessione scevra dalle faziosità ricorrenti in materia. Come se un semplice sì o no all´incenerimento avesse il potere taumaturgico di risolvere i problemi, di dirimere i conflitti. Notiamo inoltre come il 70% dei cittadini campigiani aventi diritto al voto, si sia astenuta dal prendere posizione non partecipando al referendum. Una partecipazione quindi di fatto mortificata e parziale, che ci consegna in eredità un corto circuito tanto grave quanto evidente. Il corto circuito tra informazione, partecipazione e responsabilità decisionale. Uno stato di empasse in cui è oggettivamente sempre più difficile apportare pacatamente contributi scientifici, capacità di ragionamento ed autonomia di analisi.
Alcuni comitati propongono, come si sa, da tempo l´opzione “Rifiuti Zero”. Obiettivo teoricamente condivisibile ma purtroppo inattuabile, specie nel breve e medio periodo. La realtà è che i rifiuti non spariranno per decreto: mentre si lotta per la riconversione dell’economia e la trasformazione del modello di sviluppo, i rifiuti continueranno ad essere prodotti. A questo problema reale vanno presentate soluzioni realistiche. Ambientalmente ed eticamente sono accettabili solo quelle proposte di gestione che tengono in considerazione il principio di prossimità, facendo salvo il principio dell´efficacia ma non quello della mancata pianificazione.
Per la situazione della Piana, in particolare, Legambiente Toscana chiede alle istituzioni pubbliche di prevedere un unico impianto d’area vasta, a gestione interamente pubblica (la “mission” dell’impianto non è infatti quella di aumentare i profitti ma quella di ridurne l’utilizzo) con grande flessibilità di funzionamento e tarato (assolutamente e proporzionalmente) alla programmata riduzione dei rifiuti».

UN´ALTRA CITTA´/UN ALTRO MONDO
«Lo straordinario risultato del referendum di Campi Bisenzio deve rimettere in discussione le politiche inceneritoriste delle amministrazioni toscane e in particolare del Comune di Firenze, che deve ripensare la gestione dei rifiuti potenziandone drasticamente la riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio. Si rinunci a costruire nuovi inceneritori o a potenziare i vecchi e si realizzi quel 55% di raccolta differenziata e 15% di riduzione dei rifiuti a cui l´Amministrazione può destinare risorse adeguate nei prossimi bilanci.
E´ importante valutare insieme i due dati che escono dalle urne. I campigiani hanno infatti difeso i loro corpi, la loro salute, anche in nome e per conto di altre popolazioni, non è un caso che al no all´inceneritore di Case Passerini (88,87%) si affianchi un no altrettanto netto al rifiuto delle politiche inceneritoriste per la gestione dei rifiuti (84,36%). La sindrome Nimby a quanto pare è frutto solo della demagogia di qualche politico distante dal sentire comune degli abitanti che amministra.
Hanno perso gli interessi economici che stanno dietro agli obsoleti termovalorizzatori e ha vinto la salute delle persone, la cultura figlia di una modernità che rispetta la natura e definisce un modello di sviluppo basato sulla riduzione, il riciclo e il recupero dei rifiuti.
Un plauso grande va alle tante persone, uomini e donne, che organizzati in comitati e movimenti dal basso hanno saputo riaprire sul territorio un dibattito culturalmente alto e ricco di ragioni. Hanno saputo ricostruire una politica moderna, fondata su informazioni corrette e non su falsità e strumentalizzazioni di sorta».

ERASMO DE ANGELIS. «Chi ha vinto? Secondo me la disinformazione e l’astensionismo. Ho il massimo rispetto per tutte le prove di democrazia e di partecipazione. Però, se dopo mesi di polemiche roventi, di allarmismo facile e di riflettori accesi, anche nazionali, sul referendum consultivo di Campi Bisenzio, non è stato raggiunto il quorum e i votanti sono stati solo il 31,11% degli aventi diritto, e sono rimasti a casa i due terzi di elettori che di solito si recano alle urne in percentuali bulgare, questo deve spingere tutti a diverse riflessioni, a partire da chi il Referendum lo ha promosso - Così Erasmo D’Angelis, esponente del Pd e Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale commenta il dopo-Referendum - Il voto di Campi non cambia lo scenario rischioso che abbiamo di fronte in materia di rifiuti urbani. La Toscana ha la necessità di uscire prima possibile da una lunga fase di moratoria dell’impiantistica sicura e necessaria, ma anche dallo stallo delle raccolte differenziate ferme dal 2004 al 33%, dall’assenza del mercato del riuso e di azioni per la riduzione delle oltre 2.5 milioni di tonnellate l’anno (2 kg a giorno a testa). L’ormai prossima crisi del nostro sistema di smaltimento medioevale che vede il 76% dei rifiuti finire in 21 discariche che inquinano molto di più di un termovalorizzatore, e chiuderanno il ciclo nel 2010 per saturazione o per legge, impone a tutti di evitare di continuare a ripetere solo dei no e ritardare soluzioni credibili – continua D’Angelis - abbiamo davanti tre anni per evitare di finire sul New York Times per la spazzatura in strada o per l’export di ecoballe modello Campania (peraltro già allo studio) in Europa a peso d’oro per i contribuenti. Se resta la patologica incapacità di decidere, i ritardi si scaricheranno proprio sull’ambiente e la salute dei cittadini. Fa bene il presidente della Provincia, Matteo Renzi, a ricordare a tutti che questa è l’ora delle responsabilità e del buongoverno dello smaltimento dei rifiuti. La soluzione – aggiunge il Presidente della Commissione Territorio e Ambiente - è nell’approccio integrato che responsabilizza i produttori di rifiuti e le famiglie: forte riduzione, forte aumento delle raccolte differenziate con metodologie innovative come il ‘porta a porta’ finalizzate al riuso e riciclo, pochi impianti sicuri per il recupero di energia della quota residuale del 25-30%».

GIULIANO CIAMPOLINI (Comitati). «Il presidente della Provincia di Firenze e altri amministratori locali (prevalentemente di area Partito democratico), cercano di minimizzare questi risultati dicendo:
* che si trattava di un referendum consultivo che riguardava una decisione presa dalla Provincia di Firenze (e quindi non può essere cambiata da un referendum consultivo svoltosi solo in un Comune);
* che hanno votato soltanto il 31% degli aventi diritto e quindi, come in ogni referendum, quando non viene raggiunto più del 50%, il risultato è nullo.

Questo argomenti finalizzati a minimizzare mi sembrano debolissimi, perchè è facilmente prevedibile che, se il referendum avesse riguardato tutta l´area metropolitana (da Firenze a Pistoia), il risultato non sarebbe stato significativamente diverso e perchè non c´è stato nessuno che ha fatto campagna referendaria per il "non voto"(come è avvenuto in altri referendum) e di conseguenza le persone che non hanno votato possono avere molte motivazioni(più o meno nobili), ma è difficile che la pensino in modo molto diverso da quelle che hanno votato.

Pensando all´incidenza che può avere il tema rifiuti nelle elezioni amministrative del 2009 (ed i politici abbarbicati al potere ci pensano assai più di quelli che hanno etica della responsabilità e idealità finalizzate ad una società diversa), questi risultati dovrebbero consigliare una riflessione e dovrebbero produrre(se ci fosse non dico un minimo di saggezza, ma almeno un minimo di "previdenza" preoccupata di conservare il "potere") atti significativi di cambiamento della politica sui rifiuti, in tutta l´area metropolitana e anche nella Provincia di Pistoia.

I primi due atti significativo di cambiamento, a mio parere, potrebbero/dovrebbero essere:
1) Rinunciare alla costruzione di nuovi inceneritori e al potenziamento di quelli esistenti;
2) Avviare una diversa politica sui rifiuti, finalizzata a realizzare davvero il 55 % di raccolta differenziata(e il conseguente riciclaggio) e una riduzione del 15 % dei rifiuti(entro il 2010): per questa finalità il primo atto significativo (da concordare tra Province e Comuni di ciascuna Provincia e dell´intera area metropolitana), a mio parere, potrebbe essere quello di stanziare risorse finanziarie significative - da destinare a questa finalità - nei bilanci preventivi per il 2008 delle tre Province e dei Comuni (un criterio di riferimento per trovare risorse finanziarie destinate a questo tipo di investimenti, potrebbe essere quello di "10 euro per abitante", ovviamente non da chiedere alle famiglie, ma da trovare nelle risorse destinate agli investimenti di ciascuna Provincia e di ciascun Comune, rinunciando a qualcosa di meno urgente)».

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