[04/12/2007] Energia

Anev: l´Italia predisponga azioni per soddisfare gli impegni di Kyoto

LIVORNO. «L’Italia ha da tempo ratificato il Protocollo di Kyoto senza tuttavia ancora predisporre quelle azioni necessarie a soddisfarne gli impegni derivanti». La sottolineatura arriva dal presidente dell’Anev Oreste Vigorito che direttamente dal sito dell’Associazione nazionale energia del vento ha commentato la ratifica del protocollo da parte dell’Australia.

Il nuovo primo ministro australiano, Kevin Rudd – viene ricordato nel comunicato ufficiale dell’Anev - ha firmato il protocollo sui cambiamenti climatici, poco dopo il suo insediamento. A Bali (Indonesia) dove sono in corso i negoziati sul dopo Kyoto la notizia suscita grande soddisfazione. L´Australia è tra i Paesi con il più alto tasso di emissioni di gas serra pro capite e con tale atto aumenta la solitudine degli USA nel proseguire con una politica climatica univoca. Il Primo Ministro Rudd conferma la presenza del suo Paese al summit di Bali e dichiara di aver voluto dare dimostrazione del livello di impegno nella lotta ai mutamenti climatici con tale primo importante gesto.

L’Anev ricorda quindi come le fonti rinnovabili siano importanti in questo cammino che i Paesi firmatari del Protocollo hanno intrapreso. E Oreste Vigorito aggiunge: «A prescindere dalla tecnologia rinnovabile maggiormente disponibile nei Paesi occorre uno sviluppo omogeneo delle stesse nell´ambito di una crescita sostenibile e coerente con i limiti e le disponibilità del luogo e nel rispetto del territorio dove gli impianti hanno sede e il nostro Paese deve fare uno sforzo in più verso lo sviluppo delle risorse che ha a disposizione tralasciando le opportunistiche beghe politiche».

Una posizione comprensibile quella del presidente dell’Anev anche alla luce delle oggettive difficoltà dello sviluppo dell’eolico in Italia. Va riconosciuto però a questo governo di aver fatto un primo sforzo già con la scorsa finanziaria almeno nei confronti del fotovoltaico e del solare, oltre che sul piano del risparmio e dell’efficienza energetica. Il punto importante è che ci sembra non più rinviabile la realizzazione nel più breve tempo possibile di un piano energetico nazionale sulla base delle ancor più urgenti linee guida almeno a livello europeo. Perché se questa partita resta nelle sole e non sempre volenterose mani di regioni e comuni è evidente che la strada verso gli obiettivi del 2020 – già in salita – diventa una scalata del K2.

Forse non rispondendo direttamente all´Anev, ma comunque a tutti coloro che hanno sottolineato le difficoltà italiane nel raggiungere gli obiettivi del protocollo, arriva la posizione del sottosegretario all’Ambiente Gianni Piatti, in partenza per la Cop13 di Bali: «Andiamo a Bali con la consapevolezza di aver avviato, come Governo, una azione forte verso le riduzioni che l’Unione Europea indica come essenziali e non più procrastinabili. Proprio sulla direttrice del nostro massimo impegno si muove anche l’aggiornamento della Delibera Cipe 2002 sull’emission trading che include i settori dei trasporti, del civile, dell’agricoltura e delle foreste. Riguardo alla Conferenza, i segnali con i quali si arriva a questo importante appuntamento sembrano auspicare la possibilità di un avvio dei negoziati per un nuovo accordo: l’Unione Europea che partecipa con un piano, da noi condiviso, molto forte e incisivo; la disponibilità ad avviare i negoziati dei Paesi presenti nella riunione preparatoria di Bogor; l’isolamento oramai drammatico della posizione statunitense e la ratifica, da parte dell’Australia del Protocollo di Kyoto. La posta in gioco - conclude - è di quelle storiche: arrivare ad associare i grandi Paesi verso il comune obiettivo di trovare le formule giuste per salvare il pianeta».

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