[12/12/2007] Urbanistica

Progetto Tui a Castelfalfi, il garante riassume il debat public

LIVORNO. Il primo debat public della Toscana, dedicato al progetto della multinazionale tedesca Tui per la riqualificazione a destinazione turistica del borgo di Castelfalfi, nel comune di Montaione, si avvia a conclusione del suo primo step. Oggi infatti è stato pubblicato il rapporto conclusivo a cura del garante della comunicazione della Regione, Massimo Morisi, che ha coordinato il processo partecipativo e poi lo ha riassunto in questo documento finale pubblicato sul sito www.dp-castelfalfi.it. Il documento sarà discusso ed eventualmente corretto e integrato, nella riunione in programma a Montaione venerdì prossimo. A quel punto il Comune avrà un materiale su cui impostare richieste e correzioni al progetto stesso.

Noi riportiamo le 8 raccomandazioni principali che secondo il garante sono emerse dal dibattito pubblico

1. “Nella misura” in cui si può, s’ha da fare. Il progetto TUI è un’opportunità di riqualificazione territoriale che la comunità locale, nel suo insieme, apprezza e intende perseguire, anche sulla scorta dello stato di degrado della tenuta e delle molte e ormai antiche attese di recupero e di rilancio imprenditoriale e produttivo in ambito locale e d’area vasta, oltre che di consolidamento della vocazione turistica del territorio comunale e di stimolazione di attività imprenditoriali e dunque occupazionali indotte. Cui si aggiungono nuove e corpose ipotesi di nuova occupazione che l’investitore prospetta all’interno della sua stessa compagine aziendale. Ma è uno spiccato e diffuso apprezzamento presso la realtà montaionese tutt’altro che a scatola chiusa.

2. Il secondo messaggio all’Amministrazione, in una parola, è l’esigenza di affrontare con l’investitore una calibratura delle previsioni ricettive congruente a previsioni dimensionali ambientalmente e paesaggisticamente sostenibili e comunque coerenti con le condizioni statutarie e gli obiettivi strategici del Piano strutturale, in funzione di scelte operative che ne diano interpretazione e applicazione alla luce delle direttive del Piano di indirizzo territoriale della Regione.
Definire dimensionamenti sostenibili a prescindere dalle esigenze finanziarie dell’investitore.
Le dimensioni dell’intervento proposto, da un lato, tranquillizzano sulla robustezza dell’investitore e dei suoi intenti, non congiunturali né di breve periodo. Dall’altro preoccupano, in primo luogo, per la loro corposità fisica. E non soltanto le associazioni ambientaliste o quelle, fra queste ultime, fautrici dell’ “opzione 0”, cioè del mero recupero del Borgo esistente. E’ infatti una preoccupazione diffusa sul piano quantitativo e su quello qualitativo. E anche per coloro che non lo considerano un problema, appare comunque come questione aperta.

3. Parsimonia ambientale e risorse idriche sicure e rinnovabili. La tematica delle risorse idriche, rispetto sia al golf che all’insieme dell’intervento, non è la sola a destare preoccupazione ma è quella in generale giudicata cruciale: sia per gli ammontari del fabbisogno sia, dunque, delle fonti di approvvigionamento e delle soluzioni tecniche proposte. L’Amministrazione, ha avviato una propria perizia presso Acque S.p.A. che lo stesso dibattito pubblico ha sollecitato. La raccomandazione è un’analisi inequivoca, che rimuova la fragilità dell’ipotesi progettuale sul punto, e vagli soluzioni, dimensioni e tecnologie di approvvigionamento e di autosufficienza effettiva rispetto alle risorse preesistenti e al ciclo climatico.

4. Perseguire l’eccellenza culturale e progettuale nella qualità architettonica, nella realizzazione edilizia e nella rimodellazione paesaggistica.
E’ la tematica che ha suscitato le perplessità più condivise. Ove si registra la mancanza di un disegno e di una prospettiva che abbia il sentore delle opzioni eccellenti, adeguate alla preziosità del luogo. Il messaggio pare recepito da TUI – che ha sostanzialmente accettato di ripensare il proprio progetto, sotto questo profilo, in radice. Ed è raccomandazione che accomuna l’Amministrazione e la sua comunità entro una voce unitaria. Solo una progettazione architettonica e paesistica eccellente sono accettabili come modificazioni dello stato di fatto. Specie per e attorno ad alcuni ipotizzati manufatti come il Robinson Club o come i “nuovi borghi”, sempre che se ne ammetta la difendibilità dimensionale in termini ambientali e paesaggistici e non soltanto di sostegno finanziario. Una difendibilità tutt’altro che pacifica ma anzi meritevole di ogni possibile riconsiderazione.

5. Qualificazione dell’offerta per uno sviluppo turistico a circuito aperto. Cioè antitetico alle logiche intensive, cumulative e stanziali dell’offerta turistica di massa, ma orientato a una selettività correlata al valore paesistico e culturale del luogo, alla mobilità e allo scambio nella rete dell’offerta locale e toscana, all’interazione e alla stimolazione dell’offerta culturale del territorio e delle sue risorse imprenditoriali. Castelfalfi, in una parola, come nodo interattivo di una rete territoriale aperta di opportunità, servizi e beni paesistici e culturali di ambito regionale. Un’alternativa al villaggio turistico claustrale e autarchico nei propri stereotipi di marchio, a cominciare da quelli nominalistici: non dev’essere la TUI che “sbarca” in Toscana come un alieno ma la Toscana che entra in TUI e ne fa una presenza aziendale “locale” .

6. Rilancio non simbolico ma innovativo dell’azienda agricola. E’ una raccomandazione che proviene sia dall’imprenditoria agricola locale sia dalla comunità nel suo insieme. L’impegno dell’investitore viene giudicato sottodimensionato per più profili e valutato come previsione soltanto “additiva” non abbastanza qualificante l’insieme dell’operazione. A maggior ragione in un’area che ha fatto del binomio offerta turistica, offerta agricola la chiave della propria attrattività internazionale. Parimenti viene sollecitata un’azione pubblica concertativa che ponga in sinergia il rilancio dell’azienda agricola Castelfalfi con l’imprenditoria locale in una pluralità di versanti di collaborazione e di reciproca “fertilizzazione”.

7. Qualificazione della domanda occupazionale e dell’offerta di opportunità formative. E’ una raccomandazione che proviene dal mondo del lavoro che le organizzazioni sindacali esprimono con forza. Non deve trattarsi di occupazione soltanto avventizia e strutturalmente precaria ma definita in funzione sia di una “fidelizzazione” degli occupati supportata da solide prospettive di crescita nelle qualifiche e nelle carriere, sia - e correlativamente – da un’offerta di percorsi formativi in collaborazione col sistema scolastico e universitario toscano e in funzione di esperienze formative nell’ambito della rete internazionale TUI. Insomma, Castelfalfi che “fa” e produce lavoro solido e di qualità e non si limita al reclutamento congiunturale.

8. Predisporre un puntuale monitoraggio dello sviluppo del progetto e della sua eventuale messa in opera, valorizzando e strutturando allo scopo la pratica avviata col dibattito pubblico e con la cooperazione tra le diverse istituzioni toscane, e le competenze e le sensibilità che attorno e attraverso esse si muovono nel governo del territorio: con attenzione all’insieme del progetto e alla sua articolazione progettuale e realizzativi nel tempo.

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