[13/12/2007] Parchi

I parchi marini costieri e la nautica

LIVORNO. Greenreport ha dato notizia e commentato positivamente la recente approvazione della direttiva dell’Ue sull’ambiente marino che dovrebbe entrare in vigore nel 2010 e che prevede – aspetto importantissimo - la creazione di regioni e sub-regioni da gestire in maniera integrata da stati diversi. Quello che oggi è previsto in via del tutto straordinaria per il Santuario dei cetacei dovrebbe diventare norma con minori –si spera – complicazioni gestionali.

A metà ottobre nella Conferenza Unificata le Regioni hanno espresso sul Progetto di protocollo per la gestione integrata della zona costiera del Mediterraneo. Sulla definizione della linea di costa si è osservato che il limite dell’amministrazione territoriale non sia idoneo per l’individuazione della zona costiera e che questa debba essere definita anche sulle caratteristiche geomorfologica dell’area mediante un approccio di tipo ecosistemico,oltre che in riferimento a considerazioni di carattere sociale ed economico. E’ stato raccomandato anche il riferimento ai bacini idrografici.

In questi come in altri provvedimenti e documenti viene sottolineato il ruolo delle aree protette marino-costiere che nel nostro paese restano le più precarie o in lista d’attesa per anni come nel caso della Meloria. Che oggi anche in sede comunitaria forte sia la preoccupazione per la grave situazione marino costiera non sorprende perché qui si concentra l’azione combinata e perversa sia di politiche marine che rischiano di rendere il mare un ambiente senza vita sia di politiche terrestri specie sulla linea di costa che rischiano anch’esse di distruggere un ambiente unico dunale e non solo con effetti perversi anche sul mare. Ecco perché le aree marino-costiere giocano un ruolo importantissimo ma anche difficilissimo.

Di questo si è discusso in un recente incontro nella Tenuta di San Rossore promosso dal parco di Migliarino e dal Parco di Montemarcello Magra e il suo Centro studi sulle aree protette fluviali. Tema specifico era la nautica intesa come produzione e accoglienza. Non ci vuol molto a capire che tra le questioni più delicate alle quali oggi anche le aree protette sono chiamate a dare risposte né di pregiudiziale rifiuto né di facile benestare la nautica occupa un posto assai importante. D’altronde la costa tosco-ligure è tra gli ambienti più esposti per l’alta concentrazione di industrie e di turismo nautico ed è naturale che proprio i parchi che operano in questo territorio; il parco di San Rossore, quello del Magra, delle 5 Terre, di Portofino, di Portovenere si siano dati appuntamento unitamente ai rappresentanti di associazioni e di privati che operano nel settore a Pisa come
a Viareggio, sul Magra come a Portofino.

L’intento è quello di dar vita ad un tavolo ( al ministero c’è già) in cui si possano concordare anche iniziative e confronti. Per qualche verso la nautica ricorda quel che ha rappresentato l’agricoltura per i primi parchi regionali. Oggi il tema non presenta più la stessa scabrosità. Si tratta –fatte ovviamente tutte le debite differenze- di riuscire anche con la nautica ad uscire dalla mera contrapposizione.
Di questo si parlerà anche su Toscanaparchi dal prossimo anno, si parlerà al Festival dell’editoria ambientale del prossimo aprile alla Leopolda di Pisa e quasi certamente in un libro dedicato all’argomento. Siamo solo agli inizi ma la partenza è stata incoraggiante.

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