[13/12/2007] Acqua

Sotto sequestro un tratto del fiume Ombrone

FIRENZE. Sulla stampa di oggi si è tornati a parlare dei Consorzi di bonifica. E questa volta entrando nel merito del loro operato. Lo ha fatto la magistratura, che ha posto sotto sequestro un tratto di fiume Ombrone dove il Consorzio di bonifica aveva effettuato alcuni lavori in modo non regolamentare, secondo l’accusa. La segnalazione è venuta dal Corpo forestale dello Stato. Il progetto del Consorzio riguardante interventi di sistemazione idraulica prevedeva la rimozione dei depositi alluvionali, il taglio selettivo della vegetazione perifluviale e la rimozione di ogni altro ostacolo che ostruisse il libero deflusso del fiume in prossimità dei due ponti della linea ferroviaria Siena-Monte Antico.

Secondo il Corpo Forestale i lavori effettuati interessano tratti di sponde non previsti in progetto, ci sono stati movimenti di terra cospicui per lunghi tratti, sono stati creati dei rilevati arginali di altezza notevole, è stato spostato l’argine naturale e il letto di scorrimento del fiume di alcune decine di metri, «determinando cambiamenti morfologici estranei al contesto fluviale dell’Ombrone, in quel tratto di tipo meandriforme, quindi facendo assumere una banale morfologia di tipo rettilinea-canalizzata». L’intervento secondo quanto riportato dalla Corpo forestale ha comportato la distruzione di tutta la vegetazione di sponda e tratti di bosco. Le accuse sono gravi e ovviamente nel merito di questa vicenda la magistratura farà le sue indagini e rileverà se ci sono delle responsabilità. In linea generale sinceramente quanto riportato dal Corpo forestale dello Stato non ci meraviglia: in molti casi anche greenreport ha segnalato la pessima gestione degli ecosistemi fluviali che sempre più vengono regimati, irrigiditi nei loro argini, vengono perse le connessioni con il territorio circostante, eliminata la vegetazione riparia che ha numerose importanti funzioni, sia ai fini del miglioramento della qualità delle acque sia per la riduzione del rischio idraulico.

Spesso proprio chi deve intervenire per la manutenzione dei corsi d’acqua non ha l’adeguata formazione e “cultura” per poter valutare costi-benefici dell’intervento e confrontarli con l’opzione del non intervento. Frequentemente la cura è risultata essere peggiore del male. Certi enti che possono dare un contributo alla gestione del territorio devono essere dotati di adeguate risorse tecnico-scientifiche ed economiche per poter operare direttamente senza appaltare a terzi e devono essere valutati per il lavoro che svolgono e per il contributo in termini complessivi che apportano. Questa ci pare l’unica strada per affrontare il problema. Certo nel caso dei consorzi una razionalizzazione del peso amministrativo è opportuna ma il taglio di enti senza una programmazione può lasciare dei vuoti che non convengono a nessuno. Tanto meno all’ambiente.

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