[17/12/2007] Consumo

Le norme Ue per gli animali da allevamento si scrivono a San Bartolo a Cintoia

FIRENZE. Si chiama Silo srl è di San Bartolo a Cintoia (Firenze) ed è l´unica società industriale ammessa a partecipare al progetto della Unione europea “Sicurezza dei grassi per mangimi” che dovrà stabilire i nuovi standard normativi per la nutrizione degli animali da allevamento all´interno dell´Ue.

La Silo srl, una azienda di eccellenza dell´innovazione toscana, e questo grazie ad anni di ricerca applicata nella chimica e a forti investimenti in sviluppo e ricerca: 500.000 euro l´anno pari al 38% del totale degli investimenti e al 3% del fatturato (media italiana 1%, media UE 1,7%).

La Silo produce additivi per i mangimi e, già da prima dell’emergenza “mucca pazza”, è impegnata nella ricerca e messa a punto di sostanze alternative ai derivati dei grassi animali.

All’interno del progetto, Silo svolge un ruolo di consulenza tecnica, fondamentale nell´analisi dei processi industriali e nell´individuazione dei punti critici, con l´obiettivo di ottimizzare la qualità e la sicurezza dei cibi per gli animali destinati all´alimentazione umana. Nello stabilimento di San Bartolo a Cintola è appena terminato un meeting del progetto che comprende le università di Barcellona, Valencia, Bordeaux, Uppsala e Bologna e la Stazione sperimentale per grassi e oli di Milano. All´interno del progetto Silo

Gli investimenti nella ricerca hanno condotto Silo a risultati di eccellenza nella produzione di oli vegetali destinati all´alimentazione animale, uno di questi è “Baby Oil” che, spiegano alla Silo «è il nuovo prodotto di punta per l´azienda, quello che può trovare una crescente fetta di mercato a seguito dei regolamenti comunitari che limitano fortemente l´uso di grassi di origine animale. Stesso discorso vale per l´ultimo nato, il C4, coperto da brevetto, che sostituisce egregiamente i tradizionali e pericolosi antibiotici promotori della crescita vietati dal 1° gennaio 2006».

Silo produce anche Bioil, un biocarburante che deriva dalla trasformazione di un rifiuto speciale come l´olio esausto.
L´azienda fiorentina ha un fatturato di 18 milioni e dà lavoro a 25 addetti, mentre altre 25 persone collaborano ai singoli progetti.

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