[18/12/2007] Consumo

I bimbi cinesi e il Natale low cost che ci rende quasi tutti uguali

LIVORNO. Arriva l’ennesima accusa contro la multinazionale americana Wal Mart: uno studio sull’azienda fornitrice cinese Guanzhou Huanya Gift Company, denuncia infatti lo sfruttamento minorile dei bambini nella produzione delle decorazioni natalizie. Presepi, addobbi per il Natale sugli scaffali del grande magazzino sono venduti a prezzi stracciati e bambini anche di età inferiore ai 12 anni lavorano dalle 10 alle 15 ore al giorno sette giorni su sette, senza pausa, pagati 16 centesimi di euro l’ora. E’ uno dei risultati del modello economico utilizzato dalla multinazionale Wal Mart, l’impresa con entrate superiori al prodotto interno lordo della Svezia.

All’inizio nel 1962 la Wal Mart era un negozietto dell’Arkansas (uno dei paesi del Usa più poveri) in una zona rurale e abbandonata, ora è un colosso mondiale che ha una catena di ipermercati sparsi in tutto il modo, con un fatturato che nel 2005 ammontava a circa 310 miliardi di dollari e che nel 2003 superava quello della Exxon Mobil.

Da un articolo del The wall street journal del dicembre 2005, risulta che le vendite di Wal Mart rappresentano 1 su 5 cd comprati in Usa, 1 tubetto di dentifricio su 4, 1 pannolino per bambino su 3. Le entrate dell’impresa rappresentano il 2,5% del Pil complessivo statunitense, grazie anche alle regole interne che ha varato. Lotta contro il sindacato, delocalizzazione, ricorso a una mano d’opera sfruttata, sottopagata, minorile, sottoscrizione degli accordi del libero scambio che rendono ogni anno più proliferi i guadagni, pressioni sui fornitori costretti a tagliare i salari, costruzione spregiudicata di superstore e magazzini, una flotta immensa di camion per la distribuzione delle merci nei punti vendita: questo è il modello della Wal Mart.

Risultato: i prezzi delle merci sono più bassi, in media del 14%, e tutti possono acquistare tutto.

Ma a quale prezzo per l’ambiente e per la società? Perché il cliente di Wal Mart sia contento e dunque possa acquistare anche le decorazioni natalizie a un prezzo basso coerentemente al proprio potere di acquisto, il lavoratore deve soffrire: perché i prezzi delle merci e dei produttori siano sempre più bassi è quindi necessario che le condizioni sociali che li circondano si degradino, che i sindacati non esistano e che i prodotti vengano dai Paesi dove la manodopera è sottopagata e dove anche i bambini lavorano a ritmi assurdi.

Un modello dunque quello della Wal Mart e, in generale dei “prezzi bassi”, che crea degrado sociale ed economico, ma come abbiamo accennato anche ambientale.

Il permettere a tutti quanti di poter acquistare dei beni - fra l’altro non di lusso - a un costo stracciato, contribuisce ad aumentare il numero e il quantitativo dei prodotti da smaltire e lo fa alla velocità della luce. Si compra a poco un prodotto con una durata limitata nel tempo, che non conviene riparare ma buttare e ricomprare. Aumenta la quantità di unità di prodotto e diminuisce la qualità e aumenta l’impatto che la produzione ha sull’ambiente, aumentano i rifiuti, aumenta il degrado.

Non c’è dubbio, dunque, che a prescindere dai beni (lussuosi e non), la nostra società è caratterizzata da un modello di produzione ormai insostenibile da tutti i punti di vista, dove anche i prodotti ormai non vengono più “consumati” ma soltanto “acquistati”.

Torna all'archivio