[19/12/2007] Parchi

Un´altra prova per il garante della comunicazione? La nuova legge sui parchi

PISA. La decisione di istituire da parte della Regione Toscana il Garante della comunicazione suscitò – come si ricorderà - più d’una perplessità ed anche qualche sospetto. Nel bel mezzo di una vicenda –quella del Pit - su cui infiammavano le polemiche la comparsa di questa nuova figura istituzionale per di più nella persona del Prof. Morisi che aveva partecipato alla elaborazione del piano, indusse più d’uno a chiedersi se non si trattava di una furbizia o poco meno per raffreddare le acque. Anche il direttore del Tirreno in un editoriale si interrogò sul significato e ruolo di questa nuova figura concludendo tuttavia – se non ricordo male - che era preferibile rimettersi alla prova dei fatti piuttosto che strologarci su più di tanto.

E i fatti sono arrivati con la vicenda di Castelfalfi. Lì si è potuto vedere e capire cosa può significare concretamente - in presenza di un progetto al centro di vivaci controversie e polemiche - la messa in opera di procedimenti e strumenti volti a coinvolgere una comunità e con essa tutta quella rete di rappresentanze non solo istituzionali sulla base di informazioni e documentazioni adeguate (internet compreso) messe a disposizione di tutti. Un dibattito quindi in cui ognuno può dire la sua non affidandosi unicamente ad un titolo di giornale o un comunicato tanto pepato quanto partigiano. Credo abbia fatto bene il presidente Martini che insieme all’assessore Conti ha partecipato alla assemblea di Castelfalfi a sottolineare il valore della partecipazione e il fatto che essa può essere validamente e legittimamente promossa solo dalle istituzioni e non da altri soggetti.

Un aspetto questo che sarà oggetto della legge sulla partecipazione al momento in discussione in sede regionale (e credo anche in poche altre regioni) che ovviamente non potrà che ispirarsi al principio che la democrazia partecipativa non è una replica – con altri protagonisti – della democrazia rappresentativa. E ha fatto bene Martini a chiarire in una intervista che ‘il modello Montaione’ sarà replicato ma non ovviamente sulle decisioni già prese. Insomma questo modello – chiamiamolo pure così - non è stato concepito per i suoi effetti anestetizzanti volti a disinnescare situazioni a rischio bensì per prendere decisioni (non rinviarle) tra istituzioni e comunità informate sui fatti.

Se così stanno le cose e il Garante ha questo ruolo non di arbitro ma di connettore e di raccordo perché tutti possano sedere allo stesso tavolo su un piano di pari dignità per potersi avvalere di tutto ciò che si può e si deve sapere è forse il caso di fare un ulteriore passo in avanti. Castelfalfi come altre situazioni più o meno affini sono impegnate – come abbiamo visto - su progetti presentati e definiti da privati su cui le istituzioni debbono appunto pronunciarsi. Ebbene, perché non utilizzare il garante per attivare in realtà ad alta criticità ambientale – così definite dal Pit o dal Praa - per individuare le linee di progetti, piani, iniziative adeguate di govermo del territorio? In altri termini - per fare solo qualche esempio tra i tanti possibili - all’Arcipelago dove nonostante il piano del parco è evidente la difficoltà a ricondurre scelte anche parziali - vedi la vicenda dell’area marina -a matrice comune, o al parco delle Apuane dove il piano delle cave malgrado tutto - comprese le più recenti decisioni - stenta non poco a decollare, non si avvia una consultazione, un confronto che anziché muovere da un progetto generalmente privato e confezionato prenda le mosse da ipotesi che per contenuti ma anche per dimensione territoriale consolidi quella filiera istituzionale che spesso presenta buchi e strappi?

A Monticchiello se si fosse seguita questa strada alla conclusione –tanto per fare un esempio già fatto numerose altre volte - si sarebbe potuto capire molto meglio e di più di quanto è avvenuto e se ha avuto un ruolo e quale l’Anpil della Val d’Orcia.

Ciò riguarda come è evidente non solo l’assessorato di Conti ma anche quello dei parchi impegnato a dar corpo ad una nuova legge regionale che trarrebbe sicuramente una bella spinta positiva dal tipo di dibattito appena richiamato. Se la cosa ha funzionato a Castelfalfi perché non dovrebbe funzionare anche altrove?


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