[22/03/2006] Parchi

La difesa della biodiversità secondo Greenpeace

ROMA. Dalle nuove mappe, disponibili anche sul web, presentate oggi da Greenpeace alla convenzione sulla biodiversità di Curitiba (Brasile), emerge che le foreste incontaminate sono solo il 10% delle terre emerse, e rischiano di scomparire per il taglio illegale o distruttivo e la conversione agricola dei terreni. Le carte dell’atlante indicano le foreste estese su una superficie integra minima di 500 chilometri quadrati e mostrano come 82 paesi su 148 abbiano già perso le grandi foreste primarie.

L’atlante delle foreste è stato redatto impiegando le più recenti immagini satellitari disponibili ad alta risoluzione, verificate con informazioni sul campo, ed offrono per la prima volta un quadro omogeneo e coerente della biodiversità forestale e marina. «Offriamo queste carte ai governi del mondo perché le impieghino per creare un sistema globale di aree protette» ha detto Sergio Baffoni, responsabile campagna foreste di Greenpeace. «La mancanza di una mappatura globale è stata usata come scusa per non agire. Ora questa scusa non tiene. Greenpeace chiede una moratoria di ogni nuova attività di sfruttamento industriale nelle foreste primarie mostrate nella mappa, prima che siano compromesse per sempre».

Utilizzando dati scientifici aggiornati ed il più esteso database di informazioni oggi disponibile, l’associazione ambientalista ha realizzato anche un atlante delle riserve marine che copre il 40 per cento della superficie degli oceani per tutelare la parte più sensibile di mari. «Per questo Greenpeace chiede una moratoria dell’Onu sulla pesca a strascico in profondità – ha detto Alessandro Giannì, responsabile mare dell´organizzazione – che assieme ad un sistema di riserve marine e ad altre misure gestionali offra respiro ai mari e consenta un recupero degli stock ittici».

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