[22/03/2006] Energia

Off shore, il difensore civico regionale rimprovera il Comune di Livorno

LIVORNO. «Mi chiedo se sia stata altrettanto legittima l’inerzia dell’Amministrazione che non ha permesso a un Comitato promotore di esercitare un diritto di cui era, all’epoca, titolare». Con queste parole il difensore civico della Toscana, Giorgio Morales, conclude la sua risposta alla collega livornese Gisella Seghettini in merito alla questione della richiesta di referendum avanzata dal Comitato che si oppone alla realizzazione dell’impianto di rigassificazione off shore che sarà piazzato al largo della costa pisano-livornese.

Erano stati i componenti del Comitato a rivolgersi a Morales, riferendogli la complessa vicenda del referendum negato, a cominciare dal deposito di richiesta di referendum avvenuto nel maggio 2003 e dalla risposta ricevuta nell’ottobre 2005, secondo la quale il Collegio di garanzia prendeva atto «della esclusione della possibilità di proporre un referendum consultivo nelle forme pregresse perché tali forme non risultano più ammissibili ai sensi della normativa vigente». La commissione dei garanti, fra l’altro, non si era pronunciata al momento della presentazione del quesito perché, come si evince dalla lettera inviata da Morales al difensore civico di Livorno, la stessa commissione non si era insediata a causa di un diniego del Csm per la nomina di un suo componente. «Non capisco – scrive Morales – come mai non si sia provveduto a nominare qualcun altro e si sia lasciato senza attuazione un istituto così importante di democrazia diretta per un tempo così lungo, impedendo, di fatto, a chi ne aveva diritto, di usare questo istituto».
Secondo gli esponenti del Comitato, che oggi hanno illustrato la posizione del difensore civico regionale in una conferenza stampa (nella foto), si tratta di una bacchettata al Comune.

Una bacchettata più politica che altro, visto che in un caso simile, come quello del referendum sull’impianto di rigassificazione di Rosignano che il Comune aveva ammesso, è stato il Tar a decretarne la sospensiva accogliendo il ricorso delle imprese interessate. «A nostro avviso – spiega Mario Martelli, fra i più attivi del Comitato contro l’off shore – questo è un percorso costellato di illegittimità, a cominciare dal fatto che nell’iter della valutazione d’impatto ambientale non è stato minimamente preso in considerazione il parere di una commissione ministeriale che riteneva inadeguato il sito per le condizioni meteomarine».
Per Gabriele Volpi, capogruppo dei Verdi in Comune, c’è un’altra questione da sottolineare, quella dello sversamento in acqua di ipoclorito di sodio, che rischierebbe di impoverire la fauna ittica compromettendo l’attività dei pescatori professionisti. Fra gli anti-off shore c’era anche Luciano Vizzoni, figura storica dei socialisti livornesi. «Sono disponibile alla realizzazione di questi impianti – ha detto – a patto che ci siano tutte le garanzie di sicurezza. E mi sembra di non vederle, attualmente».
Mentre Massimo De Santi ha ribadito che il Comitato provvederà a chiedere un incontro urgente all’amministrazione comunale ed a battersi per dare ai cittadini una informazione corretta e puntuale su quanto sta accadendo, c’è anche chi ha posto il problema della sismicità del luogo dove la piattaforma dovrebbe sorgere. «Ci sono stati cinque lievi terremoti negli ultimi tre anni – ha detto Volpi – con epicentro in mare, proprio nella zona scelta per l’impianto. Ma nessuno sembra essersi documentato».

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