[20/12/2007] Comunicati

San Francisco e le altre città verdi

LIVORNO. San Francisco diventerà la prima città degli Usa con un programma di compensazione dell’impatto del riscaldamento climatico, finanziando attività ecologiche locali. «Quel che vogliamo tentare di fare – ha detto il sindaco Gavin Newsom – è di determinare degli standard elevati per dimostrare che i programmi di compensazione dell’anidride carbonica funzionano».

L’amministrazione comunale di San Francisco calcolerà il costo in CO2 dei sui spostamenti contribuendo così ad uno dei molti programmi cittadini per la riduzione di emissioni di gas serra.
Ad esempio, un volo istituzionale tra San Francisco e New York, “costerà” tra gli 80 e i 90 dollari supplementari, che saranno pagati in programmi di compensazione cittadini. Ma si utilizzerà anche l’olio di cucina esausto dei ristoranti per produrre carburante, si installeranno apparecchiature che funzionano ad energia solare e si d faranno investimenti per il risparmio energetico.
La seconda fase del programma dovrebbe permettere ai cittadini di acquistare quote di compensazione di CO2.

San Francisco, anche se in maniera autarchica, segue così l’esempio di grandi compagnie come Google o Yahoo, o di Paese come Costa Rica, Norvegia e Nuova Zelanda che hanno adottato ambiziosi programmi di compensazione di tutte le loro emissioni di CO2 che prevedono la messa a dimora di alberi e l’utilizzo di energie rinnovabili. Il problema, spiega il sindaco di San Francisco è che «attualmente io non so dove vanno a finire le mie compensazioni, Devono andare sicuramente in Amazzonia. Preferisco pagare personalmente dei costi supplementari per compensare le emissioni di anidride carbonica generate dai miei spostamenti per incontrare la candidata democratica alle presidenziali Hillary Clinton, o per andare al matrimonio del co-fondatore di Google, Larry Page».

Già nel 2004, Gavin Newsom aveva fissato per San Francisco un obiettivo di riduzione di CO2 di 2,5 milioni di tonnellate all’anno, il 20% in meno che nel 1990. la battaglia è in particolare contro le emissioni prodotte dai trasporti, che sono la metà di quelle cittadine, per questo sono state introdotte nuove tasse e restrizioni agli spostamenti. San Francisco ha vietato il consumo di acqua minerale in bottiglie di plastica ed ha interdetto l’uso dei sacchetti di plastica nei supermercati ed incoraggiato il ricioclaggio dei rifiuti.

Anche altre città puntano su iniziative “verdi” e qualcuna non ha certo il problema dei viaggi in aereo del sindaco di “Frisco”, lo fa semplicemente perché è costretta a fare di necessità virtù.
A Bayamo a Cuba, il trasporto pubblico motorizzato soddisfa solo il 15% della richiesta locale, dal 2004 si è iniziato a far ricorso a carretti tirati da cavalli che hanno risolto il 40% dei bisogni di trasporto, dimostrando così che quello motorizzato non é la sola soluzione per il trasporto pubblico.

A Bohol nelle Filippine, si é utilizzato “Ecobudget”, un sistema di gestione ambientale che integra risorse naturali e beni ambientali nel ciclo del bilancio della municipalità, cercando di raggiungere il duplice obiettivo di sostenibilità ambientale e lotta alla povertà.
A Taiyuan, una città della “cintura del carbone” nel nord della Cina, si sta affrontando il problema della qualità dell’aria introducendo un sistema di scambio di emissioni per ridurre la concentrazione di anidride solforosa.

«Le città d’oggi devono essere competitive – spiega il direttore di Cities Alliance, William Cobbett – Operano in un mercato mondiale in concorrenza con altre città ed agglomerati urbani di tutto il mondo per gli investimenti. Tuttavia, una città non può avere successo senza offrire agli investitori infrastrutture ed efficienza. Alcune città (sarebbe meglio dire praticamente tutte, ndr) non possono offrire questi elementi senza integrare le questioni ambientali nelle loro strategie di pianificazione e gestione. Oggi le città coprono solo un terzo delle zone urbane che avremo nel 2030. Questo dà l’opportunità ai sindaci delle città ed ai pianificatori di influenzare il tipo di città che avremo nel futuro. Nel presente, il modello di città tentacolare è dominante, necessiterà di tre volte più spazio per il doppio di abitanti. Con una leadership audace, possiamo prevenire la proliferazione delle bidonville e l’espansione urbana costruendo città più dense e più efficienti nell’energia e nei trasporti per frenare la tendenza negativa di minare la base delle risorse naturali sulle quali le città sono costruite».

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