[21/12/2007] Comunicati

Due terzi di Finanziaria, Ronchi: «Bene la riforma delle rinnovabili»

LIVORNO. Stamani in senato si vota anche la terza parte della finanziaria 2008, dopo che ieri l’aula aveva approvato le prime due. Si tratta di una manovra lievitata a 16 miliardi, con qualche alto e con tanti bassi, soprattutto dal punto di vista della sostenibilità ambientale. «Partiamo dalle cose positive – dice il senatore Edo Ronchi (Nella foto) - La riforma delle rinnovabili introdotta al senato e confermata alla camera è molto importante. Per il resto invece ci sono diversi spunti interessanti a spot, ma la grave deficienza è che manca un disegno organico e una politica di respiro necessari ad arrivare a una vera svolta verso la sostenibilità».

Partiamo dalla riforma delle rinnovabili. Perché è così significativa?
«Ci sono diversi aspetti da evidenziare. Intanto non c’è più il tetto, per cui se si produce di più, queste quote vengono acquistate a tariffa incentivata. Anche la quota d’obbligo è stata alzata rispetto all’anno precedente ed è previsto che di qui al 2012 ogni anno sia aumenta di 0,75%. E’ stata inserita un’intelligente differenziazione dell’incentivo per fonte in modo da consentire di promuoverle tutte, sono state facilitate le procedure di autorizzazione e infine c’è un coinvolgimento molto più marcato delle regioni, con obiettivi regionali che saranno verificati ogni 2 anni».

Cos’è invece che non la soddisfa in particolare?
«Il problema non è nel particolare ma nel generale, come dicevo prima. Le faccio un esempio: in finanziaria ci sono diverse iniziative volte a incentivare la riqualificazione energetica degli edifici. Ebbene queste opportunità saranno colte solo in minima parte perché manca un’agenzia, che avevamo proposto di insediare presso l’Enea, che faccia da supporto e diffusione delle nuove tecnologie ambientali: un’economia a basso contenuto di carbonio richiede l’implementazione delle migliori tecniche disponibili e invece non c’è stato il minimo interesse a rafforzare la ricerca in questo campo. E quindi non abbiamo il supporto tecnico adeguato ad applicare e sfruttare al pieno gli ecoincentivi».

Diverse associazioni ambientaliste hanno già criticato i finanziamenti dedicati ai trasporti, forse proprio a scapito della ricerca, di cui sembrano invece aver beneficiato proprio i camionisti che la scorsa settimana con il loro sciopero hanno paralizzato il Paese.
«Non la vedo così negativa, ma ancora una volta noto che anche sui trasporti abbiamo una serie di piccole buone iniziative sui singoli mezzi più ecologici, ma poi non c’è disegno complessivo sulla mobilità sostenibile. Se non c’è un’inversione del trasporto merci su ferrovie l’Italia rimarrà al palo e siamo ben lontani dall’obiettivo che invece per esempio si è data la Francia, dicendo stop a qualsiasi nuova strada e privilegiando solo la ferrovia».


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