[21/12/2007] Rifiuti

Rifiuti delle navi, in arrivo il nuovo modulo

LIVORNO. E’ in arrivo il nuovo modulo per i rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico: la Commissione inserisce la voce "acque di scarico" fra le informazioni da comunicare prima di entrare in un porto della Comunità. Con direttiva del 13 dicembre la Ue modifica il modulo contenuto nell’allegato II della direttiva 2000/59/ce e fissa per il 15 giugno 2009 la scadenza per il recepimento da parte degli Stati membri delle nuove disposizioni.

La Comunità ha come obiettivo quello di ridurre gli scarichi in mare dei rifiuti delle navi e dei residui del carico, in particolare degli scarichi illeciti delle navi che utilizzano i porti situati nel territorio della Comunità europea. Quindi al fine di migliorare la prevenzione dell’inquinamento e anche per evitare distorsioni della concorrenza le prescrizioni ambientali dovrebbero applicarsi a tutte le navi a prescindere dalla loro bandiera e i porti dovrebbero dotarsi di adeguati impianti di raccolta.

Per migliorare l’efficienza degli impianti portuali di raccolta è dunque, necessario che le navi comunichino la necessità di utilizzare tali impianti attraverso la compilazione di appositi moduli predefiniti.

Il comandante di una nave diretta verso il porto situato nella Comunità ha l’obbligo di compilare il modulo e di notificare tali informazioni all’autorità o all’organismo designato a tal fine dallo Stato membro in cui si trova il porto.

Ma il vecchio modulo non fa riferimento alle acque di scarico che - a parere della Commissione - devono invece, essere incluse nelle categorie di rifiuti da notificare prima di entrare in porto.

Dunque un altro provvedimento europeo per arginare il problema dell’inquinamento delle navi in mare, che richiede, però (come tutte le disposizioni europee) una collaborazione diretta degli Stati membri: impianti adeguati di raccolta in ogni porto, piani per la gestione di questi rifiuti e controlli anche sulle navi.

Una serie di impegni che in parte l’Italia non è stata in grado di porre a termine. Infatti con il ricorso del 2 agosto 2007 alla Corte di giustizia europea, la Commissione denunciava la mancata attuazione della direttiva europea 2000/59 (recepita in Italia con il Dlgs 182/2003) relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui di carico. L’Italia sarebbe colpevole di non aver messo in pratica quanto disposto con il decreto 182/2003 e di non aver rispettato le regole imposte dalla normativa Ue.

In teoria il piano di raccolta e di gestione dei rifiuti dovrebbe essere elaborato dalle Autorità portuali per poi essere comunicato alla Regione competente che provvede a valutarlo, approvarlo e a controllarne lo stato d’attuazione.

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