[21/12/2007] Rifiuti

Firmato l´accordo sui rifiuti di Bagnoli

PIOMBINO (Livorno). La vicenda relativa al trasferimento della colmata di Bagnoli nelle vasche del porto di Piombino, che la nostra redazione ha seguito sin dal suo esordio, è al suo primo punto di arrivo.
La firma di oggi dell’accordo da parte di tutte le istituzioni coinvolte - tre ministeri, regione Toscana, provincia di Livorno e comune di Piombino - apre infatti la strada all’operazione che prevede a partire da ottobre del prossimo anno l’arrivo dei rifiuti campani nella cittadina toscana.

Si può parlare di primo punto di arrivo perché dovrà esserci poi una seconda fase di costruzione dell’accordo, ovvero di tutte le procedure necessarie a far sì che quanto previsto si compia. Dovrà quindi essere adottata la terza variante al piano regolatore del porto, quella relativa al piano regolatore cittadino, la connessione ferroviaria, dovrà essere affrontato il problema dei rifiuti prodotti dalle aziende piombinesi e della bonifica delle aree industriali.

Con l’intervento della regione Toscana, l’accordo di programma - rimodulato varie volte sino al testo che verrà approvato oggi - viene profondamente corretto rispetto agli stessi contenuti discussi nelle ultime assmblee: infatti con la delibera della giunta regionale adottata il 19 dicembre, è stata subordinata la firma all’inserimento di una serie precisa di condizioni.
Intanto il ripristino di procedure coerenti con le leggi regionali in merito alla pianificazione del territorio, sino alle valutazioni sull´impatto erosivo delle opere/vasche che si dovranno realizzare per accogliere i rifiuti provenienti da Bagnoli. Procedure che nei precedenti accordi venivano invece sottoposte a deroga.
Si chiede inoltre la precisa classificazione dei rifiuti che arriveranno dalla Campania, e quindi che rientrino appieno nella normativa specifica; poi la certezza delle garanzie finanziarie e l’ambientalizzazione degli insediamenti industriali di Piombino.

Elementi (più volte sostenuti anche da Legambiente, che ha da sempre espresso la sua contrarietà all’impostazione nazionale dell´operazione) che rovesciano l’approccio sin ad ora utilizzato per la parte locale. A cominciare dalla definizione propria di rifiuti al posto della generica parola "materiali" utilizzata fino all´ultima bozza e sulla quale si era basato infatti l’intero accordo voluto dal ministero dell’ambiente. Dal momento che quelli di Bagnoli, si diceva, non sono rifiuti questo avrebbe permesso un loro immediato utilizzo nelle vasche del porto, al contrario di quelli presenti nelle aree industriali di Piombino che essendo rifiuti, si diceva, non potevano essere utilizzati. Ora le cose sono state rimesse al loro posto, insieme alle parole: rifiuti sono quelli di Bagnoli e rifiuti sono quelli di Piombino!

Le questioni delle bonifiche, della soluzione strutturale ai problemi dei rifiuti, e della ambientalizzazione delle fabbriche Piombinesi, su cui sia le istituzioni locali che le forze politiche hanno tenuto un atteggiamento ondivago che partendo dalla negazione del problema, è stata poi accettata come tema di lavoro; poi si è acconsentito al fatto che nell’ultima versione dell’accordo non se ne facesse più riferimento e infine è stato accolto che divenisse un punto dirimente alla firma, come stabilito dalla regione.

Tutti d’accordo dunque: istituzioni e forze politiche, fatta eccezione a livello locale per Rifondazione comunista e naturalmente per il comitato No Fanghi. Tutte d’accordo sembrerebbe, se non altro per il silenzio che le ha caratterizzate, anche le associazioni ambientaliste ad eccezione di Legambiente che si espressa in tutte le sue articolazioni locali, regionali e nazionali, con ferma opposizione a questa vicenda.

Una vicenda che fa riflettere- ancora una volta- sulla maniera con cui vengono affrontate le questioni ambientali in questo paese. A pezzi e bocconi.


Torna all'archivio