[27/12/2007] Energia

La Russia fa l’università nucleare, il Bangladesh la centrale, l’India l’ennesimo accordo atomico

LIVORNO. «La Russia é pronta a realizzare una università nucleare nel quadro di un piano messo in piedi in piedi da Rosatom, compagnia nazionale dell´elettricità nucleare. L´università avrà sede nell’Istituto di fisica del genio di Mosca», lo ha annunciato il capo del settore nucleare russo e di Rosatom, Sergei Kiriyenko, nel corso di una conferenza stampa tenuta al centro nucleare federale di Sarov, nella regione del Volga. l´agence de presse Ria Novosti.

Il presidente russo Vladimir Putin nei giorni scorsi aveva firmato un progetto di legge per la creazione di sur Rosatom, che verrà realizzata sulla base dell’Agenzia di elettricità nucleare federale russa ed includerà tutte le installazioni e le imprese nucleari e militari, segnando così, anche dal punto di vista legislativo e di gestione, lo stretto rapporto strategico ed essenzialmente statale tra armi e centrali atomiche.

Kiriyenko si è impegnato a procedere a riforme organizzative nel settore nucleare russo e a realizzare la ristrutturazione entro il primo marzo 2008, un annuncio di rapidità che dà il senso di come tutto sia stato già deciso e avviato da tempo.

Intanto, da uno dei più poveri e disastrati Paesi del mondo (ed uno dei più densamente abitati) il Bangladesh, arriva la notizia che si sta progettando di installare la prima centrale nucleare del Paese entro il 2015 per soddisfare l’aumento della richiesta di elettricità e che l’Agenzia internazionale dell’energia atomica ha risposto positivamente al piano atomico avanzato da Dacca. La centrale dovrebbe quindi sorgere rapidissimamente nel distretto di Pabna, a 125 km a nord-ovest della capitale Dacca, ed avere una capacità tra i 700 e i 1.000 MW ed un costo tra gli 1 e gli 1,5 miliardi di dollari.

Il Bangladesh è uno dei Paesi più instabili del pianeta ma, anche se è percorso da profonde correnti integraliste e separatiste che minacciano i corrotti partiti tradizionali, la cosa non sembra preoccupare l’occidente come altri programmi nucleari di Paesi musulmani, anzi, Tapan Chowdhury, consigliere incaricato per l’energia nucleare del Bangladesh, ha detto soddisfatto al The Finance Express che «La recente risposta dell’Aiea al nostro piano di costruire una centrale nucleare è molto positiva. L’Aiea ha chiesto al Bangladesh di inviare una delegazione al fine di accelerare il processo di installazione di questa centrale nucleare con la sua assistenza»

In campo atomico si muove sempre più spregiudicatamente anche l’India che, dopo aver firmato accordi con Australia, Usa e Russia, sta negoziando con la Francia un accordo di cooperazione sul nucleare civile. Il ministro degli esteri francese, Bernard Kouchner, ha detto all’agenzia Press Trust of India che il nucleare sarà uno dei temi che verranno esaminati durante la visita che Nicolas Sarkozy farà a gennaio in India: «Lavoriamo per un accordo sull’energia nucleare civile - ha detto Kouchner dopo l’incontro con il primo ministro indiano Manmohan Singh e il suo collega Pranab Mukherjee - La conclusione di un tale accordo avrà bisogno dell’autorizzazione dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica».

Infatti, l’accordo, simile a quello tra Usa ed India che ha sollevato le proteste dei partiti comunisti e delle piccole formazioni regionali di sinistra che sostengono il governo indiano, ha il difetto di essere applicato in un Paese che non aderisce al trattato di non proliferazione atomica, un trattato sempre più virtuale ed applicato con determinazione (e finora con poca efficacia reale) solo ai Paesi che non stanno simpatici all’occidente. E per ora India e Bangladesh sono considerati tra i “buoni”.

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