[02/01/2008] Vivere con cura di Marinella Correggia

Il piacere e il dovere di vivere con cura

Questa nuova rubrica settimanale tratta di ecologia quotidiana individuale e collettiva. Si chiama “Vivere con cura”. Si occupa dei cambiamenti individuali e collettivi che sono necessari e urgenti per…per salvare il mondo, nientemeno. Avremmo dunque anche potuto intitolarla “il dovere di vivere con cura”. Ma anche “il piacere di vivere con cura”. Infatti cambiare è un piacere, una volta superate inerzie e abitudini. Secondo il precetto che viene attribuito a Pitagora, “se scegliamo buone pratiche, l’abitudine ce le renderà gradevoli”. E tutti i cambiamenti sono possibili: come disse Thomas Sankara - presidente rivoluzionario del Burkina Faso fra il 1983 e il 1987 - “tutto quello che esce dall’immaginazione umana può essere realizzato”. Questa rubrica è “circondata” da greenreport e dunque non deve rifare la ruota: l’abc ecologista si suppone essere già in possesso dei lettori. Così come altrove su greenreport si trovano in abbondanza i suggerimenti relativi alle novità tecnologiche e normative. Ci concentreremo dunque sui seguenti aspetti: comportamenti (dei singoli e anche delle comunità), saper fare, autogestirsi.

L’emergenza dei cambiamenti climatici può paradossalmente diventare, da spada di Damocle quale è, una grande chance. Nella famosa poesia di Totò, la livella fra le persone era la morte. Anche il clima può essere una livella fra le persone, ma una livella vitale, se spingerà al cambiamento.

I principi guida di “Vivere con cura” si possono riassumere in 3 E. Ecologia: riconciliazione fra la comunità umana e gli ecosistemi, il che comporta una rivoluzione nei modi di produrre, consumare, organizzarsi, pensare. Eguaglianza: accesso paritario ai beni comuni naturali e ai servizi collettivi, archiviando privilegi e sfruttamenti): Empatia: rispetto degli altri viventi su questa casa comune, viventi con i quali condividiamo almeno due primarissimi bisogni: stare in vita e non soffrire (troppo). Un altro punto su cui la rubrica insisterà sarà: come comunicare agli altri questo piacere/obbligo. Come essere tutti ecoeducatori. Possiamo e dobbiamo esserlo.

Oltre a muovere dalla diagnosi di una realtà – quella attuale del mondo - per metà bella e per metà impossibile, dovremmo imparare a ragionare partendo da un attrattore futuro: la rappresentazione del mondo che vorremmo. La nostra idea di paradiso, di bellezza, di piacere. Per avere una bussola che ci orienta. E questo attrattore sarà l’oggetto della prossima puntata.

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