[02/01/2008] Energia

Una centrale galleggiante per aggirare la legge antinucleare dell’Uruguay

LIVORNO. L’attivismo nuclearista della Russia non si ferma e approfittando del centocinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Russia ed Uruguay, i piazzisti dell’energia atomica post-sovietica raggiungono anche il cono sud dell’America latina.

L’ambasciatore russo in Urugay, Sergei Kochkine, ha proposto al piccolo Paese del sud America di avviare una cooperazione per lo sviluppo del nucleare civile, ma c’è un problema: l’Uruguay è uno Stato che rifiuta il nucleare.

Questo non scoraggia affatto Kochkine e l’ambasciata russa che non esitano ad intromettersi negli affari interni uruguayani fino a suggerire metodi per aggirare le leggi di uno Stato sovrano: «Per bizzarro che possa apparire – ha detto il diplomatico russo – i nostri Paesi possono cooperare nel nucleare civile. La legislazione uruguayana interdice l’utilizzo dell’energia atomica, ma la società comincia a credere che occorre cambiare questa situazione».

E in aiuto dei filonuclearisti sudamericani arriva premurosa la diplomazia sovietica, la stessa che lancia minacciosi avvertimenti e grida alla sovranità violata appena qualcuno tenta anche solo di occuparsi timidamente degli affari energetici di Putin e compagni.

Pressioni e profferte che fanno seguito alla presentazione di una centrale atomica galleggiante russa che si è recentemente tenuta nell’ambasciata di Mosca a Montevideo, la capitale dell’Uruguay, ed alla quale, secondo i russi, ha mostrato grande interesse Mines Jorge Lepra, il ministro dell´industria, dell’energia e delle miniere urugayano. Un progetto che potrebbe essere realizzato probabilmente al largo delle coste uruguayane, nell’immenso estuario del Rio della Plata di fronte all’Argentina, o nell’Oceano Atlantico, e che secondo il premuroso ambasciatore russo potrebbe essere portato a termine «senza modificare la legislazione uruguayana».

I russi costruirebbero così una centrale atomica galleggiante (già proposta anche ad alcuni Stati africani) al largo dell’America del sud, magari in acque internazionali, e costruirebbero una linea di trasporto dell’elettricità che raggiungerebbe l’Urugay permettendo di rispettare la legge contro la produzione di energia nucleare. I russi si occuperebbero di tutto: manutenzione tecnica, lavori di riparazione e smantellamento della centrale e l’Uruguay diventerebbe una specie di colonia energetica d’oltremare, tanto che l’ineffabile Kochkine può dire alla stampa argentina che «si tratta di un progetto di cooperazione a lungo termine che è già allo studio».

Intanto i russi stanno dimostrando tutto il loro interesse cooperando con l’Uruguay per la ricostruzione delle linee ferroviarie, l’ampliamento della rete elettrica e la pesca.

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