[02/01/2008] Urbanistica

Losanna, dall’ecoquartiere alla “zona sostenibile”

LIVORNO. Tre città svizzere, Losanna, Renens e Prilly stanno discutendo di un “plan directeur localisé” su 78 ettari di insediamenti abitativo-industriali da riconvertire, che sorgono al confine dei 3 comuni, per farne una zona di sviluppo sostenibile esemplare.

«E’ tutta una porzione di città alla quale saranno applicati standards elevati di qualità della vita – spiega Ariane Widmer, a capo del progetto Schéma directeur de l´Ouest lausannois (Sdol) - A una simile scala, non si può parlare più di ecoquartiere, si tratta chiaramente di una “zona sostenibile”».

Va anche detto che la versione definitiva dello Sdol fatica ad uscire dall’ufficio urbanistica del Cantone di Losanna, ma comunque gli incontri tra enti, equipe tecnica dello Sdol ed il gruppo di “pilotaggio politico”, si delinea un progetto molto “verde”.

La realizzazione del plan directeur localisé si svilupperà soprattutto nel centro cittadino di Renens e nel quartiere Sébeillon di Losanna e interesserà un territorio grande più o meno come 156 campi di calcio, un progetto di quartiere ecologico che per estensione non ha uguali in Europa, «Con l’obiettivo di essere esemplare a livello di efficienza energetica e per la salvaguardia dell’ambiente sull’insieme del territorio, e non più semplicemente su una piccola porzione dedicata alle abitazioni come la avevamo prevista all’inizio» spiegano al comune di Renens.

L’operazione urbanistica si ispira direttamente ai principi del progetto Métamorphose della città di Losanna, e una carta in tredici punti garantirà la salvaguardia del suolo, la biodiversità, l’utilizzo di materiali ecocompatibili, i limiti delle emissioni, la riduzione delle emissioni sonore, ma anche il giusto mix sociale e tra abitazioni ed uffici.

«Non è necessariamente l’utilizzo obbligatorio di legname o di verde che garantisce la dimensione ecologica – dice Ariane Widmer che si occupa del progetto per conto del comune di Losanna - Un quartiere urbano riscaldato correttamente può diventare un ecoquartiere. Quel che conta è spingere tutti i parametri tematici al loro più alto livello possibile».

Il recupero e la trasformazione dei 5 quartieri esistenti è previsto entro il 2010 e tutte le nuove costruzioni dovranno essere teleriscaldate, poi toccherà anche a tutti gli edifici già esistenti che verranno riqualificati.

L’eco-zona dovrà produrre autonomamente con energie alternative e risparmio energetico il 50% dell’energia di cui avrà bisogno e il traffico automobilistico sarà strettamente limitato.

I problemi naturalmente non vengono dalle nuove costruzioni, ma dalla riconversione di quelle già esistenti (che rappresentano i due terzi dell’intervento), per la realizzazione del progetto si procederà quindi isolato per isolato e gli obiettivi dello Sdol dovrebbero essere integralmente raggiunti in 15 – 20 anni, adattando tutti gli edifici alle norme precise del “plan directeur localisé”.

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