[02/01/2008] Consumo

Lo strano Natale austero, con meno consumi e più spese

LIVORNO. La Confederazione italiana agricoltori (Cia) stila un primo bilancio dei consumi delle feste di Natale e Capodanno dal quale risulta che gli italiani avrebbero speso di più ma comprato di meno e che a ridursi sono stati soprattutto gli acquisti di prodotti alimentari.

«I consumi – spiega la Cia - hanno fatto registrare un calo del 4% rispetto allo scorso anno e per trovare un risultato così negativo bisogna tornare indietro almeno di dieci anni. Il caro-prezzi, però, ha fatto lievitare la spesa degli italiani che per imbandire le loro tavole per le feste, pur consumando di meno, hanno sborsato poco più di 6 miliardi di euro, il 6,5% in più nei confronti dell’anno precedente. La flessione ha interessato generi come il pane, la pasta, il latte e i sui derivati (formaggi in particolare), gli ortofrutticoli, la carne che in questi ultimi mesi hanno subito aumenti ingiustificati sull’onda di manovre speculative».

La spesa natalizia degli italiani è avvenuta soprattutto nei supermercati della grande distribuzione (58%), distanziando di molto i negozi tradizionali (22%), i mercatini locali (18%) e internet (2%) che nel nostro Paese sembra stentare a decollare anche se si ha l’impressione che una buona fetta di consumi giovanili e di gadget elettronici venga da li.

Per la Cia il Natale è stato austero ma «Comunque, a tavola anche quest’anno ha vinto la tradizione e soprattutto il “made in Italy”. Come il solito, hanno prevalso nei pranzi e nelle cene tra le mura domestiche carni, pesce, insaccati, vino e spumanti. Specialmente per questi ultimi il calo dei consumi non si riscontrato, con oltre 80 milioni di bottiglie, nella stragrande maggioranza nazionali, con Asti e Prosecco in testa. Tra le carni e gli insaccati sono stati preferiti pollo e tacchino (i cui consumi, dopo il crollo provocato dall’aviaria, sono tornati a crescere), maiale, cotechini e zamponi che, viste i rincari, anche in questa occasione sono stati preferiti ad ostriche, caviale e salmone (prodotti che hanno subito un calo dei consumi pari al 25%)».

In calo del 5-6% panettoni, torroni, pandori e in aumento i prodotti tipici, Dop, Igp, Doc e Igt, ma anche quelli che hanno tradizioni profonde, un forte legame con il territorio e che non hanno ancora avuto il riconoscimento europeo. Per trovarli gli italiani si sono rivolti ai molti mercatini allestiti nelle zone rurali e in piccoli centri che sono stati visitati da 8 milioni di persone.

«Oltre a pane, pasta e latte, l’altra nota dolente ha riguardato gli acquisti di prodotti ortofrutticoli che -dice la Cia - anche in questo periodo festivo hanno fatto registrare un calo del 6% rispetto all’anno precedente. Una flessione che conferma la tendenza al ribasso che si è protratta per l’intero 2007. Una delle cause principali, proprio i rincari, troppe volte ingiustificati, che si sono generati dal campo alla tavola. Aumenti che hanno così scoraggiato i consumatori negli acquisti. Sempre nel settore ortofrutticolo, anche altre “voci” hanno avuto un aumento negativo. Si tratta della frutta secca (noci, nocciole e mandorle), che hanno segnato una flessione nelle vendite di circa l’8 %) e dei legumi (lenticchie e fagioli in testa), scesi del 3,5%. Fortemente negativo pure il trend dei consumi di frutta esotica (tanto ricercata negli anni passati): ananas, avocado, banana, mango, che hanno avuto una diminuzione superiore al 25%».

Cresce invece dell’1,3% il consumo di vini nazionali: tra Natale e Capodanno si sono stappate 155 milioni di bottiglie, il 95% di produzione italiana. In aumento anche le esportazioni di vino made in Italy: più 13%.

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