[04/01/2008] Comunicati

Legambiente: «Ma sul fronte delle politiche dell’infanzia nelle nostre città s´è fatto poco»

LIVORNO. L’indagine annuale di Legambiente che va a mettere il dito sulle politiche dell’infanzia realizzate dai capoluoghi di provincia italiani è arrivata al suo decimo anno e sono stati presentati oggi a Roma i risultati. Nella classifica decennale spiccano le città toscane di Pistoia, Siena e Firenze, mentre in quella relativa al 2008 Firenze e Livorno si posizionano tra le prime dieci con Torino al primo posto.
Ma l’indagine che quest’anno fa il bilancio di dieci anni di dati, trae anche la magra considerazione che, in oltre un decennio, sul fronte delle politiche dedicate all’infanzia nelle città del nostro Paese si è mosso poco. I comuni, dopo un iniziale entusiasmo che in molti posti, per esempio, ha portato alla nascita dei consigli comunali dei ragazzi, hanno dato più spazio alle parole che ai fatti.

«Oggi non si può più parlare di città dei bambini come si faceva dieci anni fa – ha spiegato Luciano Ventura, responsabile nazionale del settore Ragazzi di Legambiente e ideatore dell’indagine- Bisogna ritrovare un progetto comune che torni a puntare su un investimento sociale e culturale della scuola, che non emargini le famiglie, che sfrutti le competenze educative del territorio».

Per il momento quindi le città a misura di bambina e bambino, in attesa di primi cittadini coraggiosi, rimangono un’utopia.
Una considerazione che dovrebbe far riflettere anche alla luce del fatto che i bambini sono la generazione del futuro, e che l’attenzione nei loro confronti è importante per costruire le basi di conoscenza, cultura, capacità di intraprendere scelte determinanti per le generazioni a venire.

Mentre l’attenzione nei loro confronti è più rivolta alla miniera che rappresentano in termini economici per settori di consumo quali giochi, generi alimentari e vestiario. Salvo poi dover intervenire con psicologi per lenire disturbi legati alla personalità per il troppo tempo passato di fronte a videogame o a dietologi perché troppo obesi. Essendo tra l’altro i due fattori assolutamente collegati.

«Oggi tv e giornali parlano di bambini solo quando accadono fatti violenti, a scuola, in famiglia o per la strada. Fatti quasi sempre subiti, vissuti da vittime - ha detto Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente - Manca quasi del tutto l’attenzione al ruolo attivo che possono esercitare nella società, alla loro capacità di essere i primi suggeritori nelle scelte a loro destinate.
Da molti anni purtroppo – ha proseguito Rossella Muroni - non si vedono esperienze interessanti. Occorre che le città italiane, e i loro sindaci in prima fila, siano dunque protagoniste di una riscossa culturale che metta al centro le generazioni più giovani, puntando su loro coinvolgimento e sulla loro partecipazione».

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