[07/01/2008] Rifiuti
LIVORNO. Gli avvocati di circa 90 abitanti dello Stato Usa di New York hanno avviato un procedimento contro l’Ibm perché rifiuti provenienti da una sua fabbrica e contententi prodotti chimici avrebbero causato malformazioni cardiache nei bambini e cancro ai reni negli adulti, mentre i rifiuti tossici della multinazionale americana continuerebbero a causare problemi anche dopo la chiusura di una fabbrica.
Cittadini accusano l’Ibm di aver scaricato per decenni centinaia di migliaia di chili di prodotti chimici e pericolosi come il tricloretilene (TCE) nell’aria, nel suolo e nelle acque sotterranee di Endicott, il luogo di origine dell’Ibm e nella vicina città di Union, mentre fumi tossici continuerebbero ad esporre la popolazione a vapori pericolosi.
Altre accuse riguardano l’inquinamento da rifiuti tossici provenienti dalla fabbrica Ibm che avrebbero causato danni fisici e morti premature.
«Come abbiamo già spiegato agli avvocati dei querelanti prima che depositassero il loro ricorso – ribatte Michael Maloney, portavoce dell’Ibm - queste querele non hanno alcun fondamento scientifico o giuridico e Ibm si difenderà vigorosamente».
La fabbrica dell’Ibm ha funzionato ininterrottamente dal 1924 al 2002, quando è stata venduta, e l’azienda assicura di avers speso più di 2 milioni di dollari e preso altre misure per ripulire e disinquinare il sito dai rifiuti tossici. Ma secondo i querelanti l’inquinamento è molto più esteso e gli sforzi dell’Ibm non sono stati né sufficienti né appropriati alla sua gravità ed ampiezza.