[08/01/2008] Rifiuti

Una lezione scandinava per la Campania

ROMA. La Svezia e la Finlandia sono due paesi confinanti che hanno dato risposte diverse al problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Si tratta di due risposte diverse, eppure entrambe piene e soddisfacenti. Entrambe hanno chiuso il cerchio. La Svezia puntando (anche) sui termovalorizzatore. La Finlandia facendone completamente a meno.
Le lezioni che ci vengono dalla Scandinavia e che sono utili a capire, almeno in parte, il disastro dei rifiuti che da 14 anni si consuma in Campania sono tre.

La prima è che, per fortuna, non esiste una soluzione unica al problema. Esistono diverse opzioni tecniche, che possono essere gestite secondo le esigenze e le culture locali. I rifiuti possono essere smaltiti bruciandone la frazione organica secca per ricavarne energia, oppure possono essere smaltiti riciclandoli in toto. Entrambe le soluzioni comportano vantaggi e svantaggi. In Campania ci si è divisi tra due partiti: da un lato chi – come il presidente della regione Antonio Bassolino – ha puntato tutto sull’opzione termovalorizzatore e dall’altro chi – come il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio – ha escluso del tutto questa opzione. Hanno sbagliato entrambi. Ma il problema sarebbe potuto comunque andare a soluzione se fosse stata appresa la seconda lezione scandinava.

La seconda lezione scandinava è che a un certo punto una opzione deve essere scelta e realizzata. La peggiore delle scelte è non decidere. Chi è contrario al termovalorizzatore, deve avere chiaro che c’è qualcosa di molto peggio del termovalorizzatore: l’immondizia in strada. Chi è contrario alla raccolta differenziata integrale deve sapere che c’è un’opzione peggiore: la non raccolta. In Campania le istituzioni si sono comportate come l’asino di Buridano, che di fronte a due opzioni possibili non hanno saputo scegliere. Al contrario, in Scandinavia di fronte a due opzioni possibili ne hanno scelta una. La Svezia ha scelto l’opzione col termovalorizzatore, la Finlandia ha scelto l’opzione senza termovalorizzatore. Ma entrambi i paesi hanno risolto il problema. In Campania la non scelta ha generato il disastro.

C’è tuttavia una terza lezione che ci viene dalla Svezia e dalla Finlandia. In entrambi questi paesi è stata creata nel tempo una “cultura dei rifiuti” che si manifesta anche attraverso la forma della “democrazia partecipata”, nella ricerca delle soluzioni al problema. Ma significa anche educazione, indicazioni di stili di vita, comportamenti coerenti delle istituzioni, promesse date e mantenute. Senza questa cultura ecologica diffusa ogni problema ambientale non ha soluzione.

Se la camorra in Campania riesce a ottenere un consenso di massa e copre con il velo della sindrome Nimby (non nel mio giardino) il suo interesse alla “non soluzione” è perché in questi 14 anni, a differenza che in Finlandia e in Svezia, quasi nessuno (le eccezioni ci sono) ha pensato realmente a costruire una cultura ecologica diffusa. Quella che consente di dire “anche nel mio giardino”, con le dovute garanzie.

In questi giorni – in queste ore – vediamo una nuova accelerazione nella ricerca di uno sbocco al disastro campano. Tutti però continuano a parlare del problema tecnico – quale opzione scegliere. Alcuni, a iniziare dal Presidente del Consiglio, sembrano aver appreso almeno la seconda lezione scandinava e hanno deciso di decidere. Nessuno però, duole dirlo, ha ancora dimostrato di aver compreso la terza lezione scandinava. Quella davvero decisiva. Anche, e forse soprattutto, in terra di camorra.

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