[09/01/2008] Energia

Gas e petrolio: inizia a Washington la guerra turca dei tubi vuoti?

LIVORNO. L’incontro a Washington tra George W. Bush e il presidente della Turchia Abdullah Gül è stato anche l’occasione per discutere delle vie alternative per rifornire l’Europa di energia.
«Le parti – ha detto un portavoce della Casa Bianca – hanno evocato il ruolo della Turchia per la fornitura di risorse energetiche provenienti dalla Transcaucasia e dall’Asia centrale in Europa».

La Turchia ha rivelato che sta conducendo negoziati con i Paesi della regione.

La questione è molto delicata perché si tratta di Paesi, spesso con lingue di ceppo turco, che appartenevano all’Unione Sovietica ed oggi hanno stretti rapporti economico-politici con la Russia, anche attraverso la Confederazione degli Stati indipendenti. Difficilmente Putin guarderà americani e turchi scorazzare tra Arzebaigian, Turkmenistan ed Uzbekistan senza dire nulla o che lascerà costruire il gasdotto che dal mar Caspio, passando per Ankara, porta all’Europa del sud (Italia compresa) e alla Germania senza dire una parola.

Quella che l’ultimo numero di “Limes” chiama la guerra dei tubi vuoti rischia di essere molto calda.

Ma Bush e Gül vanno avanti impavidi: «I presidenti – spiega una nota congiunta - hanno evocato gli itinerari e gli accessi alternativi per l’energia fornita all’Europa. L’esistenza di fonti di energia alternative in Europa risponde agli interessi americani, turchi ed europei». Solo che l’Unione Europea rischia di giocare il solo ruolo di compratore mentre russi ed americani si litigano sul nostro ricco e voglioso mercato e sulle materie prime (e sull’egemonia sui Paesi che le custodiscono), con una probabile ulteriore fiammata di prezzi.

Ma i due presidenti si affrettano a dire, senza nemmeno arrossire, che tutto questo riveste un carattere generale e non riguarda alcun progetto commerciale concreto: «I negoziati hanno per obiettivo di esaminare le modalità di acquisizione da parte della Tirchia di un ruolo leader in questo settore, in quanto Paese di transito per il gas centro-asiatico e più globalmente trans caucasico fornito all’Europa, senza evocare mercati o imprese concrete».

Una visione ottimistica fino all’ipocrisia, visto che l’area sulla quale puntano gli occhi turchi ed americani è quella dove si scontrano russi e turchi fin dai tempi dell’imperi zarista ed ottomano, dove gli odi etnci hanno portato al genocidio degli armeni, dove l’indipendentismo panturco degli Uigur arriva fino a minacciare, nel Xinjiang o Turkestan occidentale, l’integrità di un altro gigante, la Cina.

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