[10/01/2008] Comunicati

C’è anche l’ambiente nel Global Risks 2008 dell’economia

LIVORNO. Secondo il rapporto Global Risks 2008 del World economic forum (Wef), nel 2008 il mondo avrà il più forte periodo di rischio economico e politico degli ultimi 10 anni.
Il rapporto, realizzato dal Wef in collaborazione con Citigroup, Marsh & McLennan Companies, Swiss Re, Wharton School Risk Center e Zurich Financial Services verrà dibattuto nella riunione annuale del forum che si terrà a Davos, in Svizzera, dal 23 al 27 gennaio.

Anche i rischi ambientali rientrano tra le valutazioni fatte attraverso un questionario da eminenti uomini d’affari, politici e scienziati. «Le conseguenze eventuali dei rischi in corso e le loro probabilità sono valutate su una scala di cinque punti e sono divisi in più categorie: rischi economici, geopolitici, naturali, sociali e tecnologici», spiega l’autore del rapporto, Charles Emerson.

Secondo Global Risks 2008 la principale preoccupazione economica, con la quale il mondo si sta già confrontando, è la crisi del sistema finanziario che genera un rialzo dei prezzi alimentari, una vulnerabilità dei canali globali dei rifornimenti globali ed un rincaro delle risorse energetiche.

Il raffreddamento dei prezzi immobiliari, cioè della rendita sulla quale hanno investito in molti, negli Usa e in Europa, potrebbe causare un calo dei consumi e la recessione, ed ottiene 4,5 punti. I danni non considerabili ottengono 5 punti. Insomma, anche tra gli esperti l’incertezza è sovrana.

A rischio anche la crescita cinese che si pensava eterna, che potrebbe calare a meno del 6% nel 2008, con un possibile costo per l’economia mondiale tra i 250 ed i 1.000 miliardi di dollari. La Cina attiene 3,5 punti di rischio, come la caduta del dollaro americano, che avrebbe vaste conseguenze sull’intero sistema finanziario.

Secondo il rapporto, i problemi dell’economia Usa e di quella cinese si rifletterebbero anche sui Paesi produttori di materie prime. La banca di investimenti americana Merrill Lynch mette il rischio di recessione americana ed europea al primo posto delle preoccupazioni per il 2008. Ma secondo quanto dice al giornale russo Vedomosti l’economista di Troïka Dialog Evegueni Gavrilenkov, «Gli scenari del Wef sono esageratamente pessmisti, numerosi economisti stimano che gli Stati Uniti possano evitare la recessione» e la Cina, sfruttando il suo mercato interno probabilmente resterà sopra il 6% di crescita.

A dicembre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) pensava che, nonostante una caduta tra il 2,4 e il 2,7% di trenta dei suoi Paesi membri, gli Usa sarebbero capaci di superare il rischio di recessione.
Il rischio di un rialzo del prezzo del petrolio e del gas è stimato a 4 punti. Garantire un approvvigionamento energetico e nel contempo ridurre le emissioni di gas serra sta diventando sempre più problematico. Le previsioni sono di un incremento del 37% della domanda di petrolio entro il 2030 rispetto ad oggi.

La relazione sollecita un dialogo migliore tra imprese, governi ed agenzie regolatrici per giungere ad un quadro normativo che garantisca una redditività a lungo termine nel settore energetico. «Tale quadro dovrebbe cercare di sbloccare gli investimenti e l’innovazione per l’energia più pulita e, in ultima analisi, fornire un punto di vista economico sul prezzo della CO2».
Raggiunge i 3 punti di rischio la mancanza di cibo per i più poveri del pianeta, un problema che non era nemmeno preso in considerazione dal rapporto 2007. Secondo gli esperti, un milione di persone potrebbe morire di fame nel 2008 e questo potrebbe diventare il rischio maggiore del ventunesimo secolo.

Secondo il rapporto, la sicurezza alimentare sta diventando un problema sempre più complesso ponendo questioni di equità e di politica globale del commercio. L´aumento della popolazione mondiale e del suo livello di vita, insieme ai cambiamenti climatici, potrebbero aumentare il rischio della fame anche in Paesi finora poco toccati dal fenomeno. Il forte aumento della produzione di biocarburanti influisce sulla produzione ed il prezzo degli oli vegetali e dei cereali.

Il rapporto prende atto con preoccupazione dell’aumento della frequenza di catastrofi naturali amplificate dal riscaldamento globale e della sua incidenza sulle attività economiche e si occupa anche della mitigazione dei rischi naturali globali attraverso il settore assicurativo. Il mercato delle insurance-linked securities (Ils) è in espansione e sono già state emesse i prime “cat bonds” per attenuare i danni economici di uragani e terremoti, la gamma dei rischi coperti è aumentata e le obbligazioni in questo settore raggiungono i 34 miliardi di dollari.

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